ROMA - L'orrore del sistema repressivo del regime siriano degli Assad, dissoltosi due mesi fa dopo più di mezzo secolo, è in parte raccontato in un reportage di Sky News da Homs, città nella Siria centrale dove si trovava una delle prigioni più temute dai cittadini siriani.
Le organizzazioni umanitarie stimano che nel corso degli anni centinaia di migliaia di siriani siano scomparsi nelle segrete celle e camere di tortura del potere di Damasco.
I giornalisti dell'emittente britannica assieme a colleghi siriani sono riusciti a visionare quel che rimane degli archivi cartacei della prigione politica di Homs, dati alle fiamme dagli stessi aguzzini nelle convulse ore prima della caduta del regime l'8 dicembre scorso.
Il reportage di Sky News mette in luce la storia di Taha Tadmori, la cui ricerca del fratello Firas, scomparso nel 2013, rappresenta il dolore di moltissime famiglie siriane.
L'abitazione di Taha è a due passi dalla prigione. E l'uomo racconta di quanto fossero udibili le urla dei prigionieri torturati.
Come confermano i dossier rinvenuti, molti detenuti venivano arrestati per motivi in apparenza futili, come commenti critici apparsi sui social network nei confronti del regime e dei suoi simboli.
Sky News afferma che le prove raccolte attestano la tortura e morte di prigionieri, con i funzionari che falsificavano sistematicamente le cause di morte.
Sempre stando a quanto emerge dalle fonti scritte rinvenute, il sistema di controllo da parte della polizia segreta di Damasco era pervasivo e riguardava ogni aspetto della vita dei cittadini.
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