ROMA - Si è riunito per la prima volta stamani a Beirut il neonato governo libanese guidato da Nawaf Salam. I ministri sono ora impegnati nell'elaborazione della dichiarazione ministeriale, testo che dovrà poi essere votato in parlamento per la formale fiducia dei deputati all'esecutivo.
Media locali riferiscono di trattative in corso perché la dichiarazione ministeriale contenga espliciti riferimenti alla necessità che lo Stato imponga il monopolio delle armi in tutto il territorio libanese, in particolare nel sud, dove Hezbollah è tradizionalmente dominante e dove rimangono ancora militari israeliani. Il 18 febbraio prossimo è previsto il completamento del ritiro militare israeliano dal Libano.
Il Libano, precipitato in una disastrosa crisi economica da cinque anni, preda da un anno di un una devastante guerra fra Hezbollah e Israele - congelata da un cessate il fuoco - e senza un vero governo da due, si è dato solo da tre giorni un esecutivo con pieni poteri, un mese dopo essersi finalmente dato una presidenza. Un governo che annuncia riforme per risollevare il Paese in crisi e dal quale, per la prima volta in decenni, Hezbollah è di fatto escluso.
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