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Sudanese torturato da Almasri a Europarlamento: 'Anch'io spiato'

Appello all'Italia: 'Mi difenda', e all'Ue: 'Sostenga la Cpi'

11 febbraio 2025, 14:36

Redazione ANSA

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STRASBURGO - Anche David Yambio, sudanese vittima delle torture ad opera di Almasri in Libia e presidente dell'associazione 'Refugees in Libya', è stato spiato da parte dello spyware Graphite, messo a punto dalla società israeliana Paragon Solutions, lo stesso che ha colpito Luca Casarini, fondatore della Ong Mediterranea, e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Non a caso lo stesso Casarini, alla domanda su quale potesse essere il legame che unisce i vari spiati in Italia, ha sottolineato che tra loro ci sono "testimoni di gravi crimini in Libia, di chi va a soccorrere persone in mare o ha materiale su chi agisce in Libia e su cosa accada in Libia".

Yambio si trova al Parlamento europeo per partecipare a una conferenza stampa convocata per lanciare un appello a favore del sostegno dell'Ue alla Corte penale internazionale (Cpi), alla luce delle sanzioni imposte da Trump alla stessa Corte.

All'iniziativa, parteciperà il presidente della sottocommissione per i diritti umani, il verde francese Mounir Satouri, e Mama Bea, membro della Ong 'Association des mamans Anti-Bwaki' (Amab), partner esecutivo della Cpi per le vittime della Repubblica democratica del Congo. 

"Penso che l'Italia sia responsabile delle torture che ho subito in Libia, per aver finanziato le autorità libiche, la Guardia costiera. Ma sono stato anche spiato da Paragon, per cui chiedo che il governo italiano chiarisca chi è stato, e nel frattempo mi difenda. In gioco c'è la mia vita, quella della mia famiglia e quella di tanta gente", ha dichiarato Yambio, lanciando un appello al governo italiano. Oggi si trova al Parlamento europeo, dove questo pomeriggio parteciperà ad una conferenza stampa per chiedere all'Ue di sostenere la Cpi, messa sotto pressione da Trump. Ma la sua storia, in queste ore, non è solo quella di una vittima di Almasri, ma anche di un'attivista oggetto dello spionaggio di Paragon. "Sono sempre stato pronto - dice Yambio - come presidente dell'associazione 'Refugees in Libya' di girare tutte le informazioni in mio possesso, le prove delle torture, al governo italiano, per collaborare e trovare i responsabili di questi gravi crimini contro l'umanità. Ora però non so che pensare. So che questo tipo di spionaggio avviene ad opera dei governi. L'esecutivo mi dice che non ne sa nulla. Allora non ho idea, spero di avere aiuto e protezione ora che vivo in Italia". 

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