PARIGI - "Non siamo bellicosi, non vogliamo la guerra con l'Algeria. E' l'Algeria che ci aggredisce'': lo ha detto il ministro dell'Interno francese, Bruno Retailleau, intervistato da radio Sud Radio sul tema dei cittadini algerini espulsi dalla Francia e che Algeri rifiuta di riammettere sul proprio territorio.
In piena crisi diplomatica tra i due Paesi, Retailleau ha invocato una ''risposta graduata'' nei confronti di Algeri, evocando una serie di possibili ritorsioni. ''L'Algeria non può blaterare quando c'è la certezza, con una carta d'identità, un passaporto, che si tratta di un cittadino algerino. Lo deve riammettere'' sul proprio territorio, ha avvertito Retailleau.
Anche il ministro degli Esteri, Jean-Noel Barrot, ha sottolineato che le autorità algerine devono riammettere i loro connazionali in situazione irregolare in Francia, in riferimento alla sessantina di algerini oggetto di un decreto di espulsione.
"Spetta, nei termini fissati dal primo ministro dell'Algeria, considerare questa lista e alle autorità algerine riammettere questi cittadini sulla base degli accordi'' tra Parigi e Algeri, ha affermato Barrot durante il question time al Senato. ''E' in questo modo che potremo progredire verso una relazione più costruttiva ed equilibrata'', ha proseguito il capo del Quai d'Orsay. Barrot ha ribadito che la Francia non è responsabile delle tensioni con Algeri ma che, anzi, spera siano risolte in modo ''duraturo''.
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