Come riportato di recente da
Greek Reporter, sito di notizie sulla Grecia e la sua diaspora,
i ritrovamenti includono un sofisticato sistema di raccolta
dell'acqua, una misteriosa maschera con volto umano e una
residenza ben conservata che si ritiene appartenesse a un
individuo di alto rango.
Tolemaide, fondata dalla dinastia tolemaica nel III secolo
a.C., fu un importante centro culturale e religioso della
Cirenaica fino al suo declino, avvenuto dopo la conquista araba
nel VII secolo d.C.
La città, con la sua complessità storica e
le strutture urbane ben conservate, ha attirato l'attenzione dei
ricercatori.
Dopo una pausa di 13 anni causata dalla guerra civile in
Libia, gli archeologi dell'Università di Varsavia sono tornati
nel sito nel 2023. La stagione di ricerca si è concentrata sullo
studio delle strutture urbane, con risultati descritti come
"inaspettati e affascinanti".
Gli scavi hanno rivelato parte di un complesso residenziale
risalente alla fine del II o all'inizio del III secolo d.C.
Secondo Piotr Jaworski, capo della Missione Archeologica Polacca
a Tolemaide, la residenza presentava un piccolo cortile con
peristilio, circondato da una cucina, una scala e una stanza
adornata da un pavimento a mosaico.
Al centro della casa vi era un avanzato sistema di raccolta
dell'acqua piovana. Il sistema comprendeva un impluvium, o
piscina nel cortile, che raccoglieva l'acqua piovana
convogliandola in due cisterne sotterranee.
Nonostante i danni subiti durante i terremoti del III secolo,
la casa fu ricostruita nel tardo periodo romano. I ricercatori
hanno identificato tre contenitori in pietra vicino
all'ingresso, che si ritiene fossero usati per raccogliere tasse
o offerte, sottolineando ulteriormente l'importanza della casa.
Uno dei ritrovamenti più intriganti è una maschera con volto
umano scolpita in malta idraulica, riferisce Greek Reporter.
Rinvenuta all'interno di una cisterna, lo scopo della maschera
rimane incerto, e la mancanza di caratteristiche identificabili
ha dato luogo a diverse interpretazioni.
Gli archeologi hanno notato la somiglianza con sculture
rinvenute nei santuari libici, suggerendo possibili connessioni
o influenze locali. Jaworski ha dichiarato che è possibile che
il proprietario della casa o i suoi costruttori fossero di
origine libica, anche se questa rimane un'illazione.
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