Sono state 111 le cause
decise nel 2024 dal Tribunale ecclesiastico interdiocesano
calabro (Teic), dieci in meno rispetto all'anno precedente. 117
quelle introdotte nel corso del 2024, con un calo di nove
rispetto all'anno precedente. 111, pertanto, quelle ordinarie
terminate con sentenza, 3 quelle archiviate per perenzione, che
ha di fatto estinto il processo per mancata produzioni di atti
delle parti. 137 i processi pendenti al 31 dicembre 2024, mentre
erano 134 quelli che erano risultati pendenti il 31 dicembre
2023. Nove, infine, i processi cosiddetti 'Breviores', espletati
e portati a compimento nelle 11 diocesi calabresi dal
vescovo-giudice unico. È stata emanata sentenza di nullità per
un matrimonio che in maniera evidente è risultato celebrato in
modo non valido.
Sono questi i dati illustrati oggi alla cerimonia di
inaugurazione dell'Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico
interdiocesano calabro (Teic) e del Tribunale ecclesiastico
interdiocesano calabro d'appello (Teica), svoltasi nell'Aula
magna "Mons. Vittorio Luigi Mondello" del Seminario
Arcivescovile Pio XI di Reggio,rispettivamente, da monsignor
Vincenzo Varone e da monsignor Erasmo Napolitano, in
rappresentanza dei due organismi.
"Le cause che numericamente giungono in Appello non sono
tantissime - ha affermato monsignor Claudio Maniago moderatore
del Teica - però, devo dire che la squadra che ci lavora, grazie
al cielo è una squadra affiatata e in perfetta armonia con il
Teic si riesce a realizzare un servizio in tempi assolutamente
buoni. La cosa positiva, in entrambi i livelli di giudizio, è la
vicinanza alle persone. Credo - ha aggiunto - che sia già
qualcosa che è stata costruita nel tempo e ora in maniera più
intensa grazie allo stimolo ed alla spinta che viene da Papa
Francesco, che su questo tema ha molto insistito".
Al primo posto tra le cause di nullità, il 'grave difetto di
discrezione di giudizio', seguito da, 'esclusione della prole',
'esclusione dell'indissolubilità del vincolo', 'errore sulla
qualità della persona' ed 'esclusione della fedeltà'.
Dopo gli interventi di saluto, di monsignor Fortunato
Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova,
presidente della Conferenza Episcopale Calabra e moderatore del
Teic, e dell'arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace e
moderatore del Teica, alla presenza di tutti i vescovi
calabresi, la cerimonia è proseguita con la prolusione di
Domenico Bilotti, docente di Diritto Canonico e Matrimoniale
all'Università "Magna Grecia" di Catanzaro, che si è soffermato
sul tema: "Chiesa e Stato nell'amministrazione della giustizia
ecclesiastica: i requisiti per un dialogo efficace a servizio
delle strutture giudiziarie". La cerimonia si è conclusa con il
solenne e pubblico giuramento di fedeltà dei giudici e degli
operatori dei due Tribunali ecclesiastici interdiocesani.
"La giustizia canonica, attraverso il principio dell'aequitas,
ci fa entrare pienamente nel solco della ricchezza - ha
affermato mons. Varone - e il nostro contributo all'anno
giubilare, si concretizza nello sforzo quotidiano che ci pone
dinanzi a tante persone per trovare insieme il significato e il
senso della vita attraverso le norme giuridiche di un Codice di
Diritto canonico che ha nel cuore la 'salvezza' della persona".
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