Quattro assoluzioni e una condanna. È questo il bilancio del processo di primo grado denominato "Calabria Verde", svoltosi davanti al Tribunale di Catanzaro, che vedeva imputati ex dirigenti ed ex dipendenti dell'ente in house della Regione.
Il collegio, a conclusione di un dibattimento protrattosi per nove anni, ha condannato a tre anni e sei mesi di reclusione il funzionario Marco Mellac. Assolti gli altri quattro imputati: Alfredo Allevato, ex dirigente del settore forestazione di Calabria Verde, difeso dall'avvocato Nicola Carratelli; Emanuele Ciciariello, ex dipendente della società ed attuale consigliere comunale di Catanzaro, (difeso da Vincenzo Ioppoli, Giuseppe Pitaro e Vittorio Ranieri); Antonio Errigo, ex dirigente della segreteria del direttore generale (difeso da Vincenzo Galeota ed Alessandra Coppolino), e Gennarino Magnone, all'epoca dei fatti agrotecnico destinatario di un incarico di consulenza esterna (difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Bruno). Nel corso del processo è deceduto Paolo Furgiuele, ex direttore generale dell'ente.
I reati contestati, a vario titolo, agli imputati erano abuso d'ufficio, peculato, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico.
L'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro che ha portato al processo era incentrata sulla presunta illecita gestione dei fondi nell'ambito del Por 2007/2013 e contemplava anche l'uso improprio dell'auto di Calabria Verde per recarsi a una visita medica o al porto per imbarcarsi su uno yacht, il cambio degli pneumatici su auto private ed una vacanza a Roma con famiglia, sempre a carico dell'ente in house della Regione.
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