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Indagine Guardia finanza Catanzaro su giro usura, 3 arresti

Indagine Guardia finanza Catanzaro su giro usura, 3 arresti

Attività andava avanti da molti anni, numerose le vittime

CATANZARO, 11 aprile 2025, 14:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno arrestato tre persone coinvolte in un vasto giro di usura che andava avanti da molti anni e di cui sono rimaste vittime molte persone alcune delle quali appartenenti a ceti sociali elevati.
    Gli arrestati sono i fratelli Carlo Francesco e Giuseppe Procopi, di 60 e 61 anni, imprenditori, rispettivamente, nel settore della compravendita di autoveicoli e di oggetti preziosi e nella compravendita di immobili, e Daniele Masciari, di 52 anni, titolare di una palestra.
    I tre arresti sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Saverio Sapia. Per Carlo Francesco Procopi è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre il fratello e Masciari sono stati posti ai domiciliari.
    Agli arrestati vengono contestati i reati di usura, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, estorsione e autoriciclaggio.
    Le vittime accertate, al momento, del giro di usura sono sei, ma il prosieguo delle indagini, che é in corso, potrebbe consentire di verificarne un numero più alto. L'attività investigativa, svolta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle, ha consentito di accertare la sussistenza di un'attività di erogazione di prestiti, a tassi usurari, esercitata stabilmente, in particolare, da Carlo Francesco Procopi, sin dai primi anni 2000. Dalle indagini è emersa, inoltre, l'estrema eterogeneità delle vittime per età anagrafica, estrazione sociale e attività lavorativa. Gli arrestati, inoltre, in almeno due occasioni, hanno imposto la restituzione delle somme date in prestito con violenza e minacce, facendo leva anche sull'accertata contiguità di Carlo Francesco Procopi con ambienti criminali. Nei confronti di una delle vittime è stato applicato un tasso d'interesse del 600 per cento su base annua. Lo stesso Carlo Francesco Procopi è accusato, inoltre, di autoriciclaggio poiché, in un'occasione, avrebbe reimpiegato un'autovettura sottratta ad una vittima, titolare di un'attività di vendita di automobili.
   

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