(di Clara Varano)
Il progetto di Conai, il
Consorzio nazionale per gli imballaggi, e Anci, l'Associazione
nazionale dei Comuni italiani, per aiutare, grazie ai fondi del
Pnrr, gli enti locali, ed in particolare quelli del Sud, a
colmare il gap che ancora esiste tra le diverse aree del Paese
sul fronte dell'economia circolare, della raccolta differenziata
e del riciclaggio è stato al centro del nuovo appuntamento di
"ANSA INCONTRA" dedicato alla Calabria.
Nel corso dell'incontro sono state affrontate importanti
tematiche come il ritardo nel ciclo della raccolta differenziata
che da anni lascia la Calabria tra le ultime regioni, ma anche
il ruolo significativo che la stessa differenziata ha sulla
sostenibilità climatica.
"Siamo partiti con il progetto a dicembre dello scorso anno - ha
detto Fabio Costarella, responsabile per Conai dei piani di
sviluppo della raccolta differenziata nel centro sud - nella
regione Puglia. Oggi dei 190 comuni che abbiamo sostenuto 13
sono in Calabria".
Attraverso l'Ambito territoriale ottimale (Ato) di Reggio
Calabria, Conai e Anci sono riusciti a sviluppare progetti che
vanno dai centri comunali di raccolta a studi per il passaggio
alla tariffazione puntuale. "Abbiamo definito alcuni modelli -
ha aggiunto - non solo dal punto di vista progettuale, ma anche,
insieme ad Anci, sotto l'aspetto del supporto all'iter
amministrativo. Abbiamo messo a punto un pacchetto e lo abbiamo
modulato alle necessità dei singoli territori".
Necessità che in Calabria sono molte considerando che, come ha
sottolineato Vincenzo De Matteis, direttore generale dell'Ato di
Reggio Calabria, "la situazione è critica e l'Ato reggina viene
da alcuni anni di criticità e percentuali basse di raccolta
differenziata".
Con i fondi messi a disposizione dal Pnrr, l'Ato di Reggio
Calabria ha deciso di realizzare alcuni interventi chiedendo
finanziamenti specifici. "Abbiamo pensato, insieme al Conai - ha
detto De Matteis - di risolvere il problema principale, cioè
l'incompletezza del sistema impiantistico. Partendo dal piano
d'ambito che stiamo realizzando con il Consorzio stiamo
elaborando così il reale fabbisogno della Città metropolitana
per completare la dotazione infrastrutturale".
Il sindaco di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda, ha parlato del
percorso fatto dai Comuni in questi anni nella gestione dei
rifiuti. Un percorso caratterizzato da 20 anni di
commissariamento e che solo recentemente ha visto transitare in
capo ai comuni la gestione reale del comparto rifiuti. "A
Gioiosa - ha spiegato Fuda - abbiamo proposto il nuovo centro
comunale di raccolta. Va detto, però che ci sono due binari
diversi perché la Regione Calabria è un po' indietro rispetto
alle altre. La legge dice che i Comuni organizzati in ambito
devono occuparsi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti,
ma questo in Calabria non avviene da 20 anni. L''anno zero', in
particolare, è stato il 2020, quando abbiamo avviato e speriamo
di poter raggiungere l'approvazione del piano d'ambito esecutivo
che individuerà gli standard del servizio. Quella parte di
differenziata che c'è, e cioè il 50% viene lavorato e diventa
combustibile per il termovalorizzatore, mentre l'altra metà va
conferita in un impianto di destinazione finale che in Calabria
non c'é. E così stiamo spendendo quasi 300 euro a tonnellata per
portare questi rifiuti in altri posti d'Italia. Questo significa
impoverimento. Abbiamo stimato 40 mila euro al giorno di maggior
costo che trasferiamo in altre realtà".
Il rifiuto declinato all'interno dell'economia circolare diventa
anche una sfida ecologica per la sopravvivenza del patrimonio di
tutte le comunità. "Il recupero dell'organico - ha sottolineato
Carlo Salvemini, sindaco di Lecce e delegato nazionale Anci
Energia e rifiuti - è anche finalizzato alla produzione del
biometano, che è un combustibile meno inquinante rispetto a
quelli che sono oggi i carboni fossili. I rifiuti sono anche
decisivi, perché diversamente da quel che si pensa, le
discariche sono responsabili di emissione di CO2 climalteranti,.
Ciò che si determina, dunque, é un'ulteriore complicazione della
sostenibilità climatica, che rappresenta la sfida della
sopravvivenza del pianeta. Si capisce bene, dunque, come
l'organizzazione del sistema di raccolta di rifiuti nelle aree
urbane abbia riverberi fondamentali anche sul tema della
produzione energetica e sulla sostenibilità del clima. Sono i
paradigmi dell'economia circolare ed è fondamentale, in questo
senso, ricordare che le città sono decisive perché vi risiede il
75% della popolazione, perché sono responsabili per il 70%
dell'emissione di climalteranti e perché producono il 65%
dell'energia complessiva. La sfida dell'economia circolare e
della sostenibilità climatica passa, dunque, attraverso la
capacità dei comuni di esserne protagonisti consapevoli".
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