(di Clemente Angotti)
Un lavoro a carattere
multidisciplinare - con l'ausilio di docenti universitari ed
esperti - per conoscere meglio una delle grandi opere realizzate
e donate alle chiese del paese natale dal concittadino più
illustre di tutti i tempi, Mattia Preti, pittore tra i
protagonisti del Seicento italiano. E' intorno al "Patrocinio di
Santa Barbara", maestosa pala esposta nell'altare centrale della
chiesa di Santa Barbara che si sviluppa il progetto
scientifico-didattico "Coltiva la bellezza: Adotta un quadro"
che vede protagonisti gli allievi delle terze classi della
scuola media di Taverna. L'iniziativa promossa dall'Istituto
Comprensivo di Taverna, diretto da Susanna Mustari è attuata in
stretta sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio di Catanzaro e Crotone, con a capo Francesca Casule e
il responsabile di zona Giovanni Marrello; la Curia
dell'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, rappresentata dal
Responsabile diocesano dell'Ufficio Beni Culturali don Maurizio
Franconiere; le parrocchie di Taverna, guidate da don Simone
Marchese e il maestro restauratore Giuseppe Mantella.
Il dipinto (olio su tela di cm 460 X 305), capolavoro dell'arte
tardo barocca dipinto a Malta nel 1688, rappresenta Santa
Barbara accolta in cielo dal Cristo seduto su nuvole. Due putti,
dietro la santa inginocchiata, tengono in alto la torre, luogo
della sua prigionia, e la spada con la quale fu decapitata. E
proprio in queste settimane, la chiesa tavernese di Santa
Barbara che ospita da sempre la tela si è trasformata in un
laboratorio per indagini diagnostiche sul dipinto più grande per
dimensioni di Mattia Preti.
Sante Guido e Giuseppe Mantella, restauratori e coordinatori del
progetto, sono impegnati in forza di un protocollo sottoscritto
con le università della Calabria, di Messina e di Malta, ad
indagare le opere autografe dell'artista presenti sul territorio
maltese e calabrese per poi prendere in considerazioni, con un
migliore bagaglio di dati e approfondimenti, le opere presenti
nel territorio italiano sempre in relazione alla produzione
degli anni maltesi. Obiettivo è contribuire alla realizzazione
di una banca dati che raccolga gli aspetti tecnici del periodo
maltese di Preti al fine di completare la comprensione del
novero delle opere presenti in moltissimi musei in Italia e
oltre confine. In campo, ci sono anche Mauro Francesco La Russa
dell'Università di Calabria, presidente dell'Associazione
Italiana di Archeometria (AIAr) che, durante la realizzazione
delle indagini diagnostiche eseguite alla presenza degli
studenti, ha spiegato l'importanza delle tecniche usate per
riscoprire Mattia Preti. Il gruppo di ricerca beni culturali del
Dipartimento DiBEST dell'Unical, infatti, da anni è impegnato in
diversi aspetti legati sia alla diagnostica che alla
conservazione anche del patrimonio culturale e in questo
progetto il dipartimento si occuperà della caratterizzazione dei
pigmenti usati dal pittore, dello stato di conservazione e
dell'identificazione delle diverse forme di alterazione e
degrado presenti sul dipinto grazie alla strumentazione, sia
mobile che fissa a disposizione. E ancora: Valentina Venuti,
ordinario di Fisica Applicata ai Beni culturali dell'Università
degli Studi di Messina ha illustrato ai ragazzi come attraverso
anche l'utilizzo di strumentazione portatile è possibile
l'identificazione dei pigmenti utilizzati nella realizzazione di
un'opera e quindi risalire alla tavolozza dell'artista e
Sebastiano D'Amico ed Emanuele Colica, docenti dell'Università
di Malta che, da alcuni anni, stanno scandagliando con sistema
d'avanguardia alcune opere di Preti durante le fasi del
restauro.
"Un cantiere didattico e di lavoro - sostengono gli animatori
dell' iniziativa - all'insegna della conoscenza e della
scoperta, dove i giovani e la scienza sono i veri attori di un
progetto che promuove l'arte e la bellezza come scelta etica e
sociale per la rinascita culturale di un territorio che vuole
crescere nella consapevolezza del proprio sé e della
valorizzazione di un patrimonio inestimabile che la storia ha
rimesso nelle sue mani".
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