Gestiva in maniera manageriale la
sua piazza di spaccio, particolarmente fiorente, senza mai
entrare in diretto contatto con la droga che i suoi pusher
vendevano h24: può essere a tutti gli effetti considerata un
"capo piazza 2.0" Rosa Amato, 62 anni, una delle quattro donne
arrestate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello
di Cisterna (coordinati dal maggiore Andrea Coratza) che oggi
hanno assestato un duro colpo agli spacciatori del tristemente
noto Parco Verde di Caivano. Trentatrè sono le misure cautelari
emesse dal gip di Napoli Marco Giordano su richiesta della DDA,
che riguardano presunti esponenti del clan Sautto-Ciccarelli.
Dalle indagini dei militari è emerso che la "piaza di spaccio"
di Rosa Amato era tra le più produttive delle quattordici
neutralizzate con la raffica di misure cautelari notificate
all'alba di oggi.
Molti altri gruppi criminali, anche provenienti da altre
province della Campania, come i clan casertani di Marcianise,
acquistavano cobret, cocaina, crack, eroina, hashish e
marijuana, a Caivano, soprattutto da lei.
Il giro d'affari complessivo era particolarmente ingente: circa
100mila euro al mese, secondo le stime degli investigatori.
Anche i suoi figli, in passato, sono stati arrestati per reati
legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le forniture di cocaina alle piazze di spaccio del Parco Verde
erano di appannaggio esclusivo di Pasquale Fucito, detto "o'
marziano" (che qualche anno fa, con una lettera dal carcere,
manifestò il suo intento di 'dissociarsi') il quale aveva
stipulato con il boss Nicola Sautto un patto: per avere questo
privilegio (da condivedere con Antonio e Gennaro Sautto) doveva
versare mensilmente 35mila euro.
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