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Medico del Maresca, "eravamo eroi ora ci trattano come bancomat"

Medico del Maresca, "eravamo eroi ora ci trattano come bancomat"

Un altro: "Volevo restare, ma me ne vado"

NAPOLI, 05 dicembre 2023, 15:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Dopo una vita trascorsa in corsia, dopo aver sacrificato la famiglia e gli affetti e aver rischiato la vita nel periodo più duro del Covid ora ci trattano come un bancomat. La sanità non può e non deve essere questo. Ci hanno chiamati eroi, noi volevamo solo, e lo vogliamo ancora oggi, poter fare al meglio il nostro lavoro". Così Alberto Vitale, direttore della Chirurgia al 'Maresca' di Torre del Greco, sottolinea la frustrazione professionale dei medici che oggi sono in sciopero in tutta Italia e anche in Campania, dove hanno partecipato alle manifestazioni insieme a Nursing UP, il sindacato degli infermieri.
    Vitale, che non ha ancora i requisiti per chiedere il pensionamento, guarda "con preoccupazione" alle scelte del Governo: "Ormai la sanità pubblica - dice - sta virando con decisione verso la sola emergenza, tutto ciò che è elezione finisce dirottato verso il privato o il privato accreditato.
    Questa è una sconfitta per tutti e i cittadini dovrebbero essere i primi a preoccuparsi e manifestare assieme a noi".
    Diversa la situazione di Gaspare Leonardi, medico che sino a qualche mese fa aveva scelto di prolungare la sua permanenza in servizio fino al limite massimo dei 70 anni, ma che ora, soffocato dal burnout e dai timori di una grave penalizzazione economica, ha invece preferito abbandonare: "Non riuscivo più a sopportare - spiega - il peso di un lavoro svolto senza le necessarie risorse di personale, mi sentivo frustrato e devastato dal peso delle responsabilità. Quando si è capito che la legge di bilancio avrebbe penalizzato le nostre pensioni ho scelto di dire basta. Dopo una vita trascorsa nel servizio sanitario pubblico è una scelta che fa male".
    Pietro Spinelli, direttore della Gastroenterologia alla ASL di Salerno, ricorda che le rivendicazioni dei medici non riguardano solo i timori di un'incomprensibile penalizzazione economica, anzi: "la nostra è una battaglia - spiega - per il servizio sanitario pubblico. Chiediamo che sia depenalizzato l'atto medico, che sia premiato l'impegno e che si assumano più risorse, perché realmente la sanità pubblica sia un bene di ognuno".
   

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