Salma bloccata davanti al cimitero
di Pomigliano d'Arco (Napoli), per la revoca del titolo
abilitativo e l'autorizzazione alla ditta di onoranze funebri,
che ha provocato la dura reazione della titolare e degli operai
dell'impresa, ora fermi ai cancelli del camposanto per dare
sepoltura alla defunta.
La bara, però, non può essere spostata dalla ditta, raggiunta
stamattina dall'ordinanza dirigenziale del Comune che ne revoca
i titoli in base ad una richiesta dei carabinieri che hanno
rilevato violazioni alla legge regionale del 2001. Una revoca
inattesa, spiega l'amministratrice della ditta "Forino Group",
arrivata solo stamani dopo che nei mesi scorsi aveva ottenuto
titolo abilitativo per lo svolgimento delle attività funebri, e
le relative autorizzazioni. "Ma la salma ci è stata affidata
ieri - spiega - la revoca è stata firmata stamattina. Non
potevamo tenere la salma nella casa funeraria. Abbiamo appreso
della revoca quando ci siamo recati in Comune per lo sbrigo
delle pratiche di trasporto. Abbiamo deciso di portare lo stesso
la bara al cimitero, per rispetto alla defunta, una donna di 91
anni, ed ai suoi parenti".
Tra gli operai della ditta, c'è Domenico Foria, la cui ditta
di trasporti funebri, negli anni scorsi, è stata raggiunta da
interdittiva antimafia. "Non sono parente degli esponenti del
clan Foria - sbotta - tutti sanno che persona sono. Non posso
sempre pagare per il cognome che porto. Per questo hanno
bloccato due volte la società di mia moglie. Ma abbiamo
dimostrato che non vi è parentela, e che era stato commesso un
errore di registrazione. Adesso paga per il mio cognome anche
questa ditta. Questa storia deve finire".
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