Portato in Tunisia dai genitori
per conoscere i nonni paterni, è rimasto bloccato nel paese
nordafricano perché il papà aveva preso i suoi documenti
impedendogli così di tornare con la madre in Italia. Ma
l'intervento della Polizia di Stato di Caserta e della Procura
di Santa Maria Capua Vetere hanno sbloccato la situazione e
portato ad un lieto fine, consentendo a madre e figlio di
tornare in Italia. A raccontare l'incubo vissuto da Amina, nata
in Marocco, e da suo figlio di tre anni, nazionalità tunisina,
entrambi residenti in Italia e con regolare permesso di
soggiorno, è il loro avvocato Gaetano Petrone.
La famiglia, spiega il legale, aveva deciso di andare in
Tunisia su insistenza del padre del piccolo per fargli conoscere
i nonni paterni. Una volta in Tunisia, la famiglia aveva poi
deciso di spostarsi in Marocco per far visita anche ai nonni
materni, ma il papà, prima del viaggio, ha sottratto alla madre
i documenti del piccolo, tra passaporto, codice fiscale,
permesso di soggiorno e carta d'identità, per poi tornare da
solo in Italia.
A quel punto Amina ha contattato l'avvocato Petrone per
cercare di riportare il minore in Italia, e il 16 gennaio scorso
il legale ha depositato una denuncia alla Procura di Santa Maria
Capua Vetere e alle autorità italiane a Tunisi, segnalando anche
minacce di morte rivolte dall'uomo alla moglie con lo scopo di
intimorirla affinché lasciasse il minore in territorio tunisino.
Attraverso poi l'avvocato civilista Emilia Cennami, il
Tribunale Civile di Santa Maria Capua Vetere ha disposto
l'affidamento esclusivo del minore alla madre ordinando la
restituzione dei documenti ingiustamente sottratti. Il papà del
minore è tornato intanto in Tunisia per obbligare la moglie a
lasciare il bambino con i nonni, ma le sue tracce erano
monitorate dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere
Domenico Verde e dal dirigente della Squadra Mobile di Caserta
Massimiliano Mormone.
Il tunisino, una volta tornato in Italia, è stato quindi
bloccato all'aeroporto di Milano-Malpensa dai poliziotti in
servizio allo scalo, che hanno recuperato tutti i documenti del
minore poi restituiti alla madre dallo stesso avvocato Petrone,
volato a Tunisi il 5 febbraio. La donna e il bimbo sono tornati
in Italia il giorno dopo, atterrando a Fiumicino.
"Questa storia - conclude Petrone - richiama molte altre che
purtroppo non si concludono con un lieto fine. Bambini che
vengono sottratti dalle madri e dal territorio in cui si
radicano e crescono. Purtroppo alcune normative nazionali e
internazionali non garantiscono l'effettiva tutela a coloro che
vogliono decidere dove proseguire la loro vita".
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