Vede il coinvolgimento di quattro
minorenni, a uno dei quali è stato contestato anche il reato di
associazione a delinquere di stampo mafioso, l'indagine dei
carabinieri e della Dda che oggi ha portato all'arresto di 27
persone ritenute appartenenti a due gruppi criminali rivali. Lo
ha detto il procuratore dei minorenni di Napoli Patrizia
Imperato, presente, con il procuratore Nicola Gratteri, a una
conferenza stampa.
Uno, ha spiegato, quello a cui è stato contestato il reato
associativo, aveva tatuato sul braccio il nome del clan:
"Particolarmente spregiudicato - ha spiegato Imperato - era
intraneo al clan Cipolletta per il quale svolgeva compiti
fiduciari. Mostrava di avere particolare interesse nei confronti
di quello che faceva e mostrava senso di fierezza e di
appartenenza al clan. Aveva tatuato sul polso il nome del clan
Cipolletta".
Si tratta, è stato spiegato, del figlio di un affiliato morto
mentre tentava di bruciare un'auto rubata.
Anche gli altri tre arrestati erano particolarmente
spregiudicati: "esageravano le loro azioni per accreditarsi,
ottenere l'up-grade e diventare anche loro affiliati".
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