"L'operazione effettuata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del gruppo Castello di Cisterna, a seguito di una ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della dda, che ha portato al fermo di 27 persone indiziate per reati di associazione mafiosa operanti nella zona di Pomigliano d'Arco, dimostra la presenza e la pervasività del fenomeno camorristico anche, e soprattutto, all'interno dell'hinterland napoletano". Lo scrive su X la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo.
"Voglio ringraziare gli inquirenti e le forze dell'ordine per questa brillante operazione che assesta un duro colpo alla criminalità organizzata e ai suoi fiancheggiatori. Continua incessantemente, e senza sosta, la lotta degli uomini dello Stato alla camorra. Nessuno la sottovaluti, mai!", conclude Colosimo che nei mesi scorsi aveva risposto alla dichiarazione del sindaco di Pomigliano ("nella mia città non c'è alcun clan camorristico") invitandolo a una "maggiore prudenza e cautela, soprattutto in caso di incompleta consapevolezza del fenomeno" mafioso.
La camorra a Pomigliano, quel botta e risposta sindaco-Colosimo
Il tema della presenza della criminalità organizzata a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, lo scorso maggio innescò un "botta e risposta" tra il sindaco della città Raffaele Russo e Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. Oggi i carabinieri e la Dda di Napoli hanno assestato un duro colpo alla camorra locale arrestando 27 presunti affiliati ai gruppi criminali rivali "Ferretti" e "Cipolletta" in lotta per il controllo del territorio e del mercato della droga, ritenuti, tra l'altro, responsabili di azioni di fuoco, incendi e tentati omicidi. Alla dichiarazione resa dal primo cittadino Russo ("nella mia città non c'è alcun clan camorristico"), la presidente Colosimo replicò invitandolo a una "maggiore prudenza e cautela, soprattutto in caso di incompleta consapevolezza del fenomeno" mafioso. Ma la genesi della vicenda risale alla fine di aprile 2024, quando il deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, annunciò un'interrogazione parlamentare per chiedere una commissione d'accesso al Comune che riteneva "sotto attacco della criminalità". Il sindaco replicò annunciando la convocazione della Giunta Municipale per procedere alla querela nei confronti del deputato "per la tutela della dignità della città di Pomigliano d'Arco". La commissione d'accesso poi è stata nominata, l'11 dicembre scorso, e i suoi lavori sono tuttora in corso.
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