Massimo Quarta (violino), Enrico
Dindo (violoncello), Pietro De Maria (pianoforte), tre solisti
tra i più famosi al mondo, rendono omaggio a Maurice Ravel con
il concerto in programma giovedì 13 febbraio (ore 20.30), nel
Teatro Sannazaro di Napoli per la stagione dall'Associazione
Alessandro Scarlatti presieduta da Oreste de Divitiis. Tre
raffinati virtuosi sono i protagonisti di una serata che li vede
eccezionalmente uniti per celebrare il 150mo anniversario della
nascita di Maurice Ravel, il grande compositore nato il 7 marzo
del 1875 a Ciboure, in Francia. Nel concerto a Napoli, il trio
Quarta - Dindo - De Maria propone l'ascolto di tre capolavori di
Ravel in una sequenza che inizia con la "Sonata per violino e
violoncello, op.73", quindi con "Gaspard de la Nuit, per
pianoforte, op.55" per concludersi con il "Trio in la minore per
violino, violoncello e pianoforte, op.67".
"Un concerto atteso - sottolinea Tommaso Rossi, direttore
artistico dell'Associazione Scarlatti - che ci consente di
unirci alle tante celebrazioni che, in Europa e non solo,
ricordano l'arte di Maurice Ravel, la sua raffinata perizia
compositiva, l'originale capacità di sintesi tra diverse
espressioni musicali e la valenza innovatrice che egli pose
nell'utilizzo di strumentazioni inconsuete per il suo tempo".
Tre opere composte in diversi momenti della vita del compositore
francese, scelte "per offrire al pubblico - si legge in una nota
di sala - una significativa incursione nel fantastico
immaginario musicale di Ravel fatto di slanci improvvisi e
atmosfere rarefatte".
Si passa dal virtuosismo trascendente di "Gaspard de la Nuit"
del 1908, alle aperture espressive, eterogenee e di rara
intensità, del "Trio in la minore" del 1914, fino alla "Sonata
per violino e violoncello", un pezzo "sperimentale" per l'epoca,
ultimato nel 1922 e dedicato "à la mémoire de Claude Debussy"
(nei confronti del quale Ravel testimoniò più volte profonda
ammirazione). "Questa sonata - scrisse Ravel - credo che segni
una svolta nell'evoluzione della mia carriera. La spoliazione vi
è spinta all'estremo e comporta la rinuncia al fascino
dell'armonia e in orientamento sempre più pronunciato in
direzione della melodia".
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