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Gratteri,io a cybersecurity?Sono il felice procuratore di Napoli

Gratteri,io a cybersecurity?Sono il felice procuratore di Napoli

Ma non c'è bisogno di incarichi per dare un contributo gratuito

NAPOLI, 17 marzo 2025, 23:08

Redazione ANSA

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© ANSA/CIRO FUSCO

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Nicola Gratteri capo dell'autorità sulla cyber security, come proposto da Matteo Renzi? "No, io sono il felice procuratore di Napoli", ha risposto lo stesso Gratteri, intervenendo ad Otto e mezzo su La7.
    Gratteri ha spiegato di stare bene dove sta e che il suo lavoro produce moti frutti: "non pensavo di trovarmi cosi bene: abbiamo triplicato le demolizioni di edifici abusivi, specie nei Campi Flegrei, abbiamo definito seimila fascicoli in più rispetto all'anno prima (e proprio per questo, visto che si sono ridotti i carichi di lavoro, or che vanno via dieci magistrati me ne danno in cambio tre....)".
    Insomma, Gratteri intende restare a Napoli, ma non si sottrae alla possibilità di una eventuale collaborazione in materia: "Io - dice - sono il consulente gratuito di tutto. Ho un'esperienza anche in informatica, sono aperto a tutte le innovazioni. Non c'è bisogno di aver incarichi perchè gratuitamente si dia un contributo allo stato".

Renzi, Equalize molto grave, vada Gratteri alla cybersicurezza 

"Questa vicenda di Equalize, definita più banalmente quella degli spioni di Milano, che poi più che a Milano erano in tutta Italia e da quello che si vede erano anche a Roma, è una vicenda molto grave". Così Matteo Renzi alla presentazione del suo libro 'L'Influencer' a Milano aggiungendo che senza controlli il Paese diventa un "groviera". "La colpa della politica è che il governo Meloni ha messo alla guida dell'autorità nazionale per la cyber security un bravissimo prefetto che in vita sua si è occupato di tutto tranne che di queste robe" ha detto. Nel suo libro Renzi ha spiegato di avanzare una proposta "se dobbiamo proteggere le nostre infrastrutture, telefonini, banche dati da spioni pubblici o privati, la cosa migliore è dare in mano l'autorità sulla cyber security a uno che se ne intenda. Io faccio un nome e un cognome e propongo Nicola Gratteri, perché almeno è uno che di queste cose sa di cosa si parla". Invece, ha attaccato, "la Meloni ha messo l'amichetto di Mantovano perché questo è un governo che mette gli amichetti e non mette le persone competenti".

Gratteri, la separazione delle carriere non serve a nulla 

"Purtroppo la separazione delle carriere non serve a nulla, non accelererà di un minuto i processi e servirà solo a mettere il pm sotto il controllo dell'esecutivo". Parola del procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ospite di Lilli Gruber a "Otto e mezzo". "Per i pm - ha precisato Gratteri - non cambia nulla, noi continueremo a fare il nostro lavoro. Ai cittadini succederà che avranno meno garanzie perché il pm sarà di parte e cercherà la prova della condanna ad ogni costo. Loro non capiscono che il pm sarà molto più forte, uscirà dalla giurisdizione. Loro dicono che tra pm e giudice c'è un afflato, che si mettono d'accordo prima. Ma la storia recente dice altro. Basti vedere che il pm aveva chiesto la condanna di Salvini ed è stato assolto. Il pm aveva chiesto l'assoluzione per Delmastro e il giudice lo ha condannato: sono due esempi che dimostrano il contrario". "Se il problema è quello delle frequentazioni tra giudici e pubblici ministeri - ha sottolineato il procuratore di Napoli - allora parliamo anche dei giudici che vanno nelle ville o sulle barche degli avvocati ricchi. Come risolviamo il problema? Se pensiamo che basti frequentarsi per mettersi d'accordo allora vale anche per gli avvocati con i giudici. Le riforme - ha concluso Gratteri - dalla Cartabia ad oggi, non sono servite a nulla, nemmeno il processo telematico che è nato male e funziona a singhiozzo" .

Gratteri, con 3 euro al giorno di intercettazioni in due mesi ho recuperato 36 mln 

Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, intervenendo a Otto e mezzo su La 7, non è voluto entrare nel merito delle indagini sulla vicenda Paragon, in quanto vengono condotte anche dal suo ufficio: si è solo limitato a dire, a chi gli faceva presente che in Italia le vittime del software sono sette, che "in Europa sono quasi cento". Parlando invece di intercettazioni 'legali', il procuratore di Napoli è tornato a sottolinearne l'utilità, contestando la riforma che introduce il limite della loro durata a 45 giorni: "se si tornasse alla stagione dei sequestri di persona, dove i rapitori si facevano vivi dopo 5 o 6 mesi, a cosa servirebbero? Lo stesso vale per i casi di usura, dove servono mesi per dimostrare che è stato compiuto il reato, poichè si devono aspettare le scadenze dei prestiti. Si parla poi dei costi, ma mettere sotto controllo un telefono costa 3 euro al giorno e noi, in un'indagine contro un hacker, con due mesi di intercettazioni abbiamo sequestrato 36 milioni di bitcoin, già versati allo Stato. Nordio in tanti anni alla procura di Venezia queste cose le sa, ha fatto tante intercettazioni, se non altro quelle dell'inchiesta sul Mose. E allora era vero quel Nordio o il Nordio di adesso?". Lo stesso Nordio, ha aggiunto Gratteri, non la racconta giusta "quando parla del 95 per cento di assoluzioni nelle indagini sull'abuso d'ufficio, uno dei motivi per cui il reato doveva essere abolito. In realtà in quella percentuale rientrano anche le archiviazioni richieste dai pm, quindi parliamo di inchieste in cui l'indagato spesso non sapeva nemmeno di esserlo e non è stato mai interrogato".

 
   

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