"Purtroppo si assiste, in maniera
sempre più frequente, a episodi che vedono i minori sia
protagonisti come indagati, autori di efferati reati quali
quelli tristemente noti alle cronache di tutti i giorni, sia a
volte vittime di analoghi reati commessi da giovani adulti". A
dirlo è Patrizia Imperato, procuratrice della Repubblica presso
il Tribunale per i Minorenni di Napoli, rispondendo ai cronisti
a margine di un evento della Fondazione Polis della Regione
Campania per la presentazione della ricerca 'Mind the Children:
vulnerabilità e devianza in Campania', finanziata dal Ministero
dell'Università e della Ricerca, nella Chiesa dei Santi
Marcellino e Festo a Napoli.
"E' un fenomeno al quale assistiamo in maniera abbastanza
inerme rispetto a quelli che possono essere gli strumenti per
prevenire questa situazione", spiega Imperato. "Ovviamente,
occorrerebbe un maggiore intervento da parte di tutte le
istituzioni per fornire a questi minori e a questi giovani
adulti modelli di vita alternativi, cercando di creare
soprattutto delle possibilità lavorative che diano loro la
possibilità di trovare una dignità personale fuori da modelli
devianti ai quali finiscono per aderire".
A chi le chiede se oggi si assiste ad un depotenziamento
della scuola e della famiglia, risponde: "E' tristemente così.
Diciamo che questi ragazzi si sentono molto poco ascoltati sia a
casa dai genitori, presi un po' dalle occupazioni professionali,
spesso da altre attività sociali: basti pensare all'uso smodato
dei social che non solo è una caratteristica dei ragazzi ma
anche degli adulti". Per quanto riguarda la scuola "ormai,
spesso e volentieri, si bada più a logiche da impresa che a
logiche di un luogo dove in realtà bisognerebbe creare la
coesione tra i ragazzi, insegnare loro concetti quali quello del
rispetto reciproco, della solidarietà e insegnare a poter vivere
insieme rispettandosi l'un l'altro".
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