Diabete, sono in arrivo nuove cure
che stanno rivoluzionando la storia clinica e l'approccio a
questa malattia cronica che comporta danni a medio e lungo
termine su tutti gli organi e apparati e che, se non prevenuta,
curata o se curata male per le difficoltà di aderenza alle
prescrizioni degli specialisti ruba letteralmente anni di vita
ai pazienti recando danni alla retina, al cervello, al cuore, ai
reni e a tutti gli organi vascolarizzati a causa del danno ai
vasi sanguigni. Malati che in Campania sono circa 500 mila e in
aumento per ragioni di familiarità genetica ma anche per errati
stili di vita che rendono conto dell'alta incidenza di
sovrappeso e obesità sin dagli anni giovanili tra i più alti tra
le regioni italiane.
Per tracciare il punto sulle nuove frontiere
clinico-terapeutiche del diabete e dell'endocrinologia e della
malattia renale legata al diabete si sono riuniti per tre giorni
circa 400 specialisti provenienti da tutto il mondo. Lavori
scientifici a cui hanno partecipato i maggiori esperti
internazionali in tema di diagnosi e cura del diabete mellito e
delle sue complicanze con particolare riguardo alle complicanze
cardio-vascolari e renali. Fari puntati anche sulle cure
dell'obesità altra condizione che coinvolge in maniera
epidemica-pandemica la popolazione mondiale con picchi di
incidenza nella provincia di Napoli tra i più alti d'Europa.
"A livello internazionale dai dati del 2024 sono censiti oltre
600 milioni di soggetti diabetici - avverte Silvio Settembrini
specialista napoletano della Asl Napoli 1 responsabile
scientifico del convegno - e nel 2023 la popolazione di obesi
sul pianeta ha superato il miliardo con previsioni di ulteriori
incrementi nei prossimi anni. La popolazione affetta da Malattia
renale cronica che spesso consegue al diabete ha superato gli
850 milioni e si prevede che nei prossimi due anni raggiunga il
miliardo. Diabete mellito, Malattie renali croniche, infarto del
miocardio e Ictus rappresentano dunque insieme ai tumori le
principali cause di morte sul pianeta. Ma oggi esistono nuove
cure, sistemi innovativi di monitoraggio della glicemia e di
somministrazione dei farmaci che, adottate insieme a uno stile
di vita sano, rendono l'aspettativa di vita dei malati di
diabete sovrapponibili a quelle dei sani".
Le nuove frontiere delle cure farmacologiche, ruolo dei Glp1 e
Glp1 Gip agonisti nella cardioprotezione, gli inibitori
dell'aldosterone, gli SGLT-2 inibitori, il rapporto tra diabete,
obesità, sovrappeso e sindrome metabolica, il rapporto tra
obesità e trombosi, le malattie cardio-nefro-vascolari,
androgeni ed estrogeni nel controllo metabolico, le malattie
epatiche (Nash, Nfld, Masld) e le relative cure imprenscindibili
dall'attività fisica. E poi obesità e diabete, estrogeni e
rischio cardiovascolare prima e dopo la menopausa, le novità per
il trattamento delle dislipidemie, le glifozine e la protezione
del fegato, le diete chetogeniche, nutaceutica e perdiabete,
curare l'obesità per curare il diabete, i vantaggi dal
monitoraggio continuo della malattia e dell'uso dei sensori per
le infusioni con dispositivi digitali in continuo, la malattia
renale cronica e le prospettive di cura i temi delle principali
sessioni trattate nel convegno che si è concluso oggi a Napoli.
Sono intervenuti Pasquale Perrone Filardi docente della Federico
II e presidente della Società italiana di Cardiologia, Giuseppe
Bellastella ordinario di Endocrinologia della Vanvitelli,
Raffaella Bozzetti presidente della Società italiana di
diabetologia e professore della Sapienza di Roma, Paolo Calabrò
ordinario di Cardiologia della Vanvitelli, Giovanbattista
Capasso nefrologo direttore scientifico del Biogem di Ariano
Irpino, Antonio Cittadini ordinario di Medicina interna della
Federico II, Anna Maria Colao, ordinario di Endocrinologia della
Federico II, Luca De Nicola, presidente della Società italiana
di Nefrologia e ordinario della Vanvitelli, Katerine Esposito
ordinario di Endocrinologia della Vanvitelli, Maria Masulli
presidente della Sid Regione Campania Basilicata, Roberto
Minutolo ordinario di Nefrologia della Vanvitelli e tanti altri
tra professori ordinari delle discipline coinvolte di università
italiane e di altri paesi del mondo.
"Le patologie cardiovascolari rappresentano la prima causa di
morbilità e mortalità dei pazienti adulti con diabete mellito e
un paziente diabetico adulto ha una probabilità di 2-4 volte più
elevata, rispetto alla popolazione non diabetica, di morire di
malattia cardiovascolare - è stato sottolineato dagli esperti -
inoltre il 65% dei pazienti con diabete di tipo 2 (quello
dell'adulto correlato al soprappeso e a uno stile di vita
insalubre e che assorbe il 90% dei casi di diabete) muore per
cardiopatia ischemica o ictus. Sebbene una riduzione
dell'incidenza di malattie cardiovascolare sia stata osservata
negli ultimi anni nella popolazione generale e anche tra i
pazienti diabetici, anche grazie ai nuovi farmaci innovativi
questo dato positivo viene controbilanciato dalla crescita
costante dell'incidenza di diabete e in particolare del tipo 2,
con un conseguente aumento significativo del numero di pazienti
con complicanze macro-vascolari. Nel nostro Paese il numero di
pazienti diabetici è passato da 1,5 milioni nel 1985 a 4 milioni
nel 2015, ai circa 6 milioni attuali con una prevalenza del 5,7%
secondo i dati Istat; in ogni famiglia allargata esiste un
diabetico ma si calcola che nel nostro paese ci sia circa un
milione di pazienti diabetici che non sa di esserlo e quindi
tale considerazione pone l'esigenza di una diagnosi precoce per
avviare rapidamente le terapie del caso in uno con il corretto
approccio dietetico, di stile di vita , e di adeguato esercizio
fisico. Circa una persona con diabete su tre sviluppa
complicanze ai reni e, viceversa, chi soffre di malattia renale
ha maggior probabilità di sviluppare complicanze metaboliche
oltre che cardiovascolari. I reni depurano il sangue, regolano
la quantità di liquidi nel corpo e producono anche ormoni che
agiscono su ossa e sangue. Spesso sottovalutati, ma
indispensabili alla salute dell'organismo, sono organi che
possono ammalarsi fino ad arrivare a una completa disfunzione. A
soffrire di malattie renali sono più di 6 milioni di persone in
Italia ma solo uno su 10 ha una diagnosi. Una delle principali
cause è il diabete, perché questa condizione può provocare danni
al microcircolo renale e può anche essere responsabile di
danneggiamento della conduzione dei neuroni con conseguente
difficoltà di svuotamento della vescica, che a sua volta causa
infezioni. Studi epidemiologici, infatti, dimostrano che circa
un terzo dei pazienti diabetici sviluppa una malattia renale
cronica. Per questo, prevenire il diabete aiuta anche a tutelare
la funzione renale. Congresso si parla di scompenso cardiaco
nei soggetti diabetici di dislipidemie e disturbi del
colesterolo, di nutrizione e problematiche metaboliche
correlate, di Ipertensione arteriosa e epatopatie metaboliche
(Fegato grasso, fibrosi e cirrosi correlate). Ampio spazio ai
nuovi farmaci innovativi (GLP1 agonisti iniettivi ed orali, le
Gliflozine, i duali agonisti GLP1-GIP ( a Tirzepatide ) e gli
antagonisti selettivi dell'Aldosterone ( il Finerenone) già
utilizzati in tutto il mondo che stanno documentando grande
efficacia terapeutica sul diabete, l'obesità e sul danno renale
del diabete con le le conclusioni dedicate alla Nefropatia
diabetica che ha coinvolto relazioni di elevato tenore
scientifico e i massimi esperti, ricercatori e clinici, della
materia con gli ultimi risultati della ricerca sulla malattia e
sui nuovi farmaci della nefro-protezione.
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