"Noi dobbiamo cercare di fare anche
cultura, formazione. Dobbiamo cercare di informare la
collettività ai fini di prevenzione perché solo facendo cultura
e buona informazione a tutta la collettività, possiamo tentare
di dare una mano anche al fine di prevenire questi fenomeni". Lo
ha detto la presidente della Corte d'Appello di Napoli, Maria
Rosaria Covelli, a chi le ha chiesto un commento sulla devianza
minorile e, in particolare, sull'ultimo omicidio, avvenuto
sabato sera a Napoli, con vittima un giovane di 20 anni.
Rispondendo alla domanda se sia cambiata la criminalità, ha
detto: "Purtroppo c'è una grandissima devianza minorile. Ma io
non credo che sia solo nel distretto di Napoli. In realtà - ha
spiegato ai cronisti - ci sono delle modalità di espressione qui
a Napoli. Poi, voi sapete, Napoli è una città che si esprime nel
bene e nel male. Ma sicuramente queste ormai sono delle
espressioni che troviamo anche a Milano, a Roma in tutte le
grandi città. Qui a Napoli stiamo cercando, con una rete
istituzionale che abbiamo anche con la Prefettura, la Regione e
il Comune e con le associazioni di volontariato che sono molto
presenti e attive, di dare ognuno, in relazione ai propri ambiti
e competenze, un contributo soprattutto per prevenire perchè
quello che abbiamo constatato è che purtroppo l'apparato
investigativo e repressivo, che è straordinario qui a Napoli,
non è sufficiente. Quindi, dobbiamo agire sulla prevenzione
attraverso cultura e buona informazione".
E, a proposito dell'ultimo omicidio il Procuratore Generale
presso la Corte d'Appello di Napoli, Aldo Policastro
interpellato a margine della presentazione dei nuovi siti web
della Corte d'Appello di Napoli e Procura Generale presso la
Corte d'Appello di Napoli, ha detto: "Ripeto, ancora una volta,
non è solo questione di repressione o di intervento penale ma è
una questione molto più ampia che investe, in primo luogo, la
società quindi le istituzioni politiche ed educative" ha
spiegato ai cronisti. "E quindi, non è possibile che noi ci
troviamo ciclicamente e periodicamente a dover piangere giovani,
bambini che muoiono dopo conflitti a fuoco o sotto colpi d'arma
da fuoco. E' una situazione tragica, a mio parere, e non
adeguatamente affrontata dal punto di vista complessivo".
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