Al via presso l'Unità operativa
complessa di Chirurgia epatobiliare e pancreatica dell'Azienda
ospedaliera universitaria Federico II il progetto di chirurgia
epatica complessa assistita dalla realtà aumentata, tecnologia
che ad oggi è stata applicata solo in alcuni tra i più avanzati
centri nel mondo. Sono stati eseguiti i primi 5 casi di
resezioni epatiche ''estremamente complesse'' in cui i chirurghi
durante l'intervento hanno visionato simultaneamente il campo
operatorio con i visori Hololens 2 sovrapponendo, sulle immagini
reali, le immagini virtuali del fegato, i tumori e i vasi
sanguigni. Tutti gli interventi sono stati completati con
successo in accordo alle strategie pianificate nella fase
preoperatoria. "La realtà aumentata con l'ausilio degli
ologrammi - spiega Roberto Troisi, direttore del Centro -
permette di fondere il mondo fisico con quello digitale. L'uso
dei visori 3D frontali consente oggi al secondo chirurgo e agli
assistenti di vedere le stesse immagini virtuali manipolate dal
primo operatore che indica la strategia operatoria durante
l'operazione. La realtà aumentata - aggiunge - facilita la
radicalità della rimozione dei tumori permettendo di risparmiare
una maggior quantità di fegato sano con minori complicanze e una
minore degenza operatoria''. La sola tecnologia di ricostruzione
virtuale tridimensionale era già utilizzata al Policlinico
Federico II nei casi più complessi di tumori del fegato, del
pancreas e delle vie biliari, ma oggi questa tecnica è stata
integrata con gli ologrammi durante interventi a cielo aperto,
laparoscopici ed in ultimo robotici. Gli ologrammi permettono di
simulare l'intervento chirurgico al fegato e facilitano
l'individuazione di piccoli tumori, i loro rapporti con i vasi e
le vie biliari. Una tecnica innovativa che richiede ''molto
lavoro'' nella costruzione degli ologrammi e - si evidenzia -
''a differenza degli altri Centri, tutte le fasi di analisi
anatomica e simulazione sono gestite dai chirurghi''.
Dall'Azienda si sottolinea che ''le potenzialità di questa
tecnologia sono enormi, soprattutto se potranno essere integrate
nella piattaforma digitale robotica che potrà cambiare il modo
di operare fino ad arrivare alla vera chirurgia di precisione
nel prossimo decennio''. La realtà aumentata oltre che
rappresentare ''una svolta'' per la diagnosi e la pianificazione
intra-operatoria, è anche uno strumento innovativo per il
controllo di un robot chirurgico. ''Allo stato attuale,
l'interfaccia di controllo di un robot è tra i limiti maggiori
per la realizzazione di una effettiva cooperazione uomo-macchina
- afferma Bruno Siciliano, direttore del Centro ICAROS della
Federico II - Un'efficace condivisione dei compiti tra il
chirurgo, i suoi assistenti e il robot consentirebbe di
aumentare il livello di autonomia dei vari task intra-operatori
anche grazie all'impiego di tecniche di realtà aumentata. In
prospettiva, il chirurgo potrà operare da una postazione
ergonomica immergendosi nello scenario operatorio, avvalendosi
di dati sensoriali arricchiti e impiegando il robot in maniera
naturale e intuitiva con precisione superiore rispetto alla
stessa operazione eseguita in open surgery''. Soddisfazione è
espressa dal direttore generale dell'Azienda, Anna Iervolino:
''Ancora una volta il Policlinico si distingue per un'offerta
assistenziale d'eccellenza coniugando ricerca, innovazione
tecnologica e professionalità. Proseguire in questo camminino è
prioritario così da poter garantire ai cittadini campani le
migliori prestazioni assistenziali e fare dalla nostra Azienda
sempre più un polo d'eccellenza capace di offrire risposte anche
a pazienti provenienti da altre regioni''.
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