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Sanità: primario Pozzuoli, nuovi farmaci per maculopatia

Sanità: primario Pozzuoli, nuovi farmaci per maculopatia

'Presto due innovazioni per cura malattia degenerativa'

NAPOLI, 22 luglio 2022, 11:57

Redazione ANSA

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"La ricerca farmaceutica ha portato negli ultimi anni a risultati incredibili per la cura della maculopatia senile e molto presto avremo a disposizione farmaci che daranno ai nostri pazienti nuove opportunità".

A dirlo è lo specialista Mario Sbordone, primario di Oculistica del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (Napoli).

Proprio il Santa Maria delle Grazie è ormai da tempo un Polo d'eccellenza nel trattamento di queste patologie, che in Campania (come nel resto d'Italia) sono molto diffuse e spesso diagnosticate in ritardo.
    La patologia alla quale Sbordone si riferisce è la degenerazione maculare senile (AMD), malattia che sta progressivamente assumendo delle proporzioni socialmente importanti. Basti pensare che nei Paesi industrializzati è la causa più frequente di cecità legale al di sopra dei 55 anni. Secondo l'OMS il 41% dei casi di cecità (anche solo parziale) e di ipovisione che si verificano in questi Stati è dovuto proprio all'AMD, che colpisce circa 30 milioni di persone nel mondo. In Italia i pazienti con segni iniziali di maculopatia senile sono più di 800.000. "Si tratta di una malattia degenerativa - chiarisce Sbordone - quindi invalidante per una fetta crescente di pazienti prevalentemente dai 60 anni in su, che progressivamente passano da una visione normale ad una distorsione delle immagini fino a perdere la cosiddetta visione centrale, cioè la percezione del dettaglio centrale dell'immagine, conservando la visione delle parti periferiche di essa".
    Fino a 10-15 anni fa non esistevano terapie, oggi lo scenario sta radicalmente cambiando. "Le due innovazioni che probabilmente impatteranno in modo più significativo sul panorama così vasto delle maculopatie - dice Sbordone - ce le offre un'altra azienda, che da una parte, terminate le relative procedure di approvazione introdurrà un farmaco veramente innovativo: il faricizumab, in grado di agire su due fenomeni biochimici diversi alla base dello sviluppo della malattia, non più su uno soltanto, con una efficacia sicuramente superiore; e dall'altra propone un diverso sistema di somministrazione e rilascio dei farmaci intravitreali. Si tratta di un impianto oculare permanente ricaricabile, delle dimensioni approssimativamente di un chicco di riso, inserito chirurgicamente nell'occhio, che rilascia lentamente nel vitreo (nell'arco di 6 mesi circa) una formulazione personalizzata di Ranibizumab. L'impianto può essere riempito ripetutamente e quando sarà approvato, potrebbe rappresentare un approccio terapeutico unico nel suo genere, offrendo alle persone che convivono con la maculopatia, un'alternativa alle frequenti iniezioni intravitreali".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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