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Pro Vita, a Roma affissioni choc contro i corsi gender

Pro Vita, a Roma affissioni choc contro i corsi gender

Associazione chiede legge per libertà educativa delle famiglie

ROMA, 08 aprile 2025, 14:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Oggi a scuola un attivista Lgbt ha spiegato come cambiare sesso - Giulio, 13 anni". "Oggi a scuola ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo - Anna, 8 anni". "La mia scuola ha permesso anche ai maschi di usare i bagni delle femmine - Matilde, 16 anni". Sono questi i messaggi choc, accompagnati dai volti di bambini e adolescenti con uno zaino scolastico sulle spalle, che campeggiano sui manifesti della nuova campagna nazionale di affissioni lanciata oggi da Pro Vita & Famiglia Onlus per chiedere una legge che impedisca lo svolgimento di qualsiasi progetto sulla fluidità di genere in aula, il consenso informato preventivo dei genitori su ogni attività sensibile, la possibilità per le famiglie di poter esonerare i propri figli dai corsi gender e infine lo Stop agli attivisti Lgbtq+ nelle scuole.
    "Troppe volte - sottolineano in una nota - queste attività sono usate come cavallo di Troia per introdurre l'ideologia gender nelle scuole all'insaputa delle famiglie. La campagna, partita oggi da Roma con affissioni in oltre 50 postazioni pubblicitarie, toccherà numerose città italiane nelle prossime settimane per sensibilizzare l'opinione pubblica e mobilitare i genitori. L'iniziativa si affianca alla petizione popolare 'Mio Figlio No. Scuole Libere dal Gender già sottoscritta da quasi 30.000 cittadini, che chiede una legge chiara e vincolante: senza il consenso dei genitori nessuno può parlare di temi sensibili dentro la scuola.
    "Le frasi riportate sui manifesti si riferiscono a progetti gender realmente svolti nelle scuole senza che i genitori fossero informati e coinvolti - spiega Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus. Le scuole italiane si stanno trasformando in enormi campi di rieducazione ideologica di massa e questo avviene tramite la sistematica esclusione delle famiglie".
   

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