A Pattada si diceva sempre che il coltello fosse il prolungamento della mano del pastore. Nessun allevatore era mai sprovvisto della sua "resolza", come si chiama in sardo il coltello con la lama richiudibile a forma di mirto e il manico in corno. E questo detto antico, arrivato fino ai giorni nostri, ha reso il coltello realizzato a Pattada, piccola cittadina di poco meno di tremila abitanti nel territorio del Monteacuto, tra Logudoro e Gallura, famoso in tutto il mondo. Se si pensa infatti ad un coltello identificativo della Sardegna, molto probabilmente si penserà a quel modello di coltello Pattadese, di Pattada appunto. Qui dal 1985, quando Salvatore Giagu e sua moglie Maria Rosaria Deroma aprirono la loro bottega di coltellai, la tradizione del coltello col manico di corno continua ad essere portata avanti e tramandata anche dai loro figli, Adriano e Letizia, seconda generazione di artigiani custodi di una raffinata competenza tecnica, ma portatori di idee innovative come solo le nuove generazioni sanno fare. Se Maria Rosaria Deroma è stata la prima donna in Italia a specializzarsi nella lavorazione artigianale del coltello, sua figlia Letizia, classe 1998, è la seconda. Nel laboratorio nel cuore del centro storico di Pattada, Letizia e suo fratello Adriano lavorano sapientemente alla realizzazione di questi pezzi unici, esclusivi perché acquistabili solo su prenotazione, indistruttibili e intrisi della tradizione sarda. "Da noi nessuno può regalare un coltello, lo si deve per forza acquistare. È una questione di scaramanzia, di credenza antica, perché la lama è un qualcosa che ferisce e quindi chi riceve in dono un coltello deve ripagarlo, fosse anche solo con una moneta da pochi euro", racconta all'ANSA Adriano, titolare della Giagu Coltelli, azienda che quest'anno festeggia 40 anni di attività. Trent'anni, una laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino e un presente alla guida dell'azienda di famiglia, a cui Adriano ha deciso di dare una svolta nella produzione. "Oltre a costruire i coltelli della tradizione, abbiamo brevettato sette nuovi modelli e ci siamo affacciati al mercato dei coltelli da cucina. Nel rispetto dei metodi di lavorazione classici - spiega l'artigiano -, abbiamo creato una linea di coltelli pensati appositamente per chef, ristoranti e appassionati: dai classici multiuso per arrosti, salumi e formaggi, ai vari Trinciante, Santoku, coltelli da ostriche e coltelli da bracerie. Tra questi spicca la Leppa, coltello a lama larga ispirato alle antiche Leppas sarde, riproposto in chiave moderna". Se Adriano e sua sorella Letizia hanno guardato al mondo stellato della ristorazione, tanto da entrare negli hotel della Costa Smeralda come il Romazzino, A Belmond Hotel, uno dei più prestigiosi resort di Porto Cervo che ha scelto questi coltelli per la propria boutique, l'altra sorella Aurelia ha deciso di ingentilire la produzione di famiglia e, partendo dagli scarti di lavorazione del corno, ha fatto volare la sua immaginazione e le sue mani esperte di abile artigiana, anche lei all'interno del laboratorio di coltello di famiglia, creando una linea di gioielli. Collane, bracciali ed anelli: tutti pezzi unici, che uniscono la tradizione sarda a linee più moderne. "La mia idea è nata mentre lavoravo il coltello con il materiale del corno in bottega - svela Aurelia, fondatrice del marchio Giagu Design -.
Nei ritagli di tempo mi sono resa conto che si trattava di un materiale leggero e che si prestava ad essere lavorato in diverse forme. Potevo creare qualcosa di particolare e personalizzabile. Il corno si presenta con innumerevoli striature ed è unico perché non si può mai replicare, uno dei miei gioielli non è mai uguale ad un altro. Ho pensato di combinarlo con altri materiali più preziosi come oro, argento, acciaio, corallo mediterraneo e infarcirlo di richiami alla tradizione della mia Isola, perché è da lì che parte tutto, rivisitando il gioiello sardo. Tutti i pezzi sono su ordinazione e hanno un costo elevato proprio per la loro unicità". Dai coltelli ai gioielli: la tradizione di Pattada guarda al futuro grazie alle nuove generazioni di artigiani come Aurelia, Letizia e Adriano Giagu, senza mai dimenticare le origini tramandate da mamma Maria Rosaria e babbo Salvatore.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA