Incontrare Marcello Fonte, Palma d'Oro a Cannes per Dogman di Matteo Garrone è sempre un'esperienza unica perché il suo autentico candore prima ti spiazza e poi ti conquista. Protagonista del documentario 'Sembravano applausi' di Maria Tilli, 'fuori programma' al Torino Film Festival , ritrae l'attore prima, durante e dopo, le riprese del film di Garrone, candidato per l'Italia alle nomination per l'Oscar straniero.
Una sorta di backstage del film in cui si assiste anche al modo di lavorare del regista romano a Castel Volturno - stupenda la scena in cui Garrone gli fa bere un enorme bicchiere di grappa per fluidificare la sua recitazione - e poi tante scene dello scantinato in cui ha vissuto a Roma, della baracca in Calabria dove ancora volutamente vive la madre con il nuovo compagno e quattro galline fino alle immagini di lui sulla Croisette, al Gran Theatre Lumiere, a ricevere la Palma come miglior attore protagonista .
Una vita la sua, che sembra la favola di Cenerentola al maschile, vissuta nel segno dell'ottimismo: "Quando sono stato ad Hollywood mi hanno portato a vedere le case delle grandi star, ma non mi hanno colpito più di tanto. Io la Ferrari ce l'ho dentro". E ancora Fonte a Torino: "Ho sempre creduto che ogni problema si può risolvere se hai le forze per farlo. Devi solo pensare lo voglio fare, non lamentarsi del problema che hai, ma come se dovessi gettare una carta via nella spazzatura. Ora vivo a San Lorenzo - aggiunge - e anche lì sono state messe a posto alcune case e gli abitanti hanno recuperato alcune piante che poi sono anche fiorite".
Paure? "Ho paura di tutto, una paura sana di sbagliare, ma la mia paura più grande - dice sempre con la sua voce nasale - è di morire senza aver fatto tutto quello che volevo fare. Altro che Oscar! - replica a chi gli suggerisce quello come obiettivo - Di quello non me ne frega nulla, piuttosto ho paura di veder morire mia madre mentre io sto vivendo la mia vita egoistica senza lei che ora forse starà zappando la terra. Mia madre Rosa ha il diabete e io inseguo i miei sogni e non ho mai tempo per lei".
Nessuna volontà da parte della madre di abbandonare la sua baracca in Calabria: "Se gli tocchi quella casa ti ammazza. Per non lasciare le galline che voleva portare a Cannes non è venuta a vedermi". Nel futuro di Fonte, due film. 'Vivere' di Francesca Archibugi "dove interpreto un perito industriale che colleziona cellulari, un personaggio particolare, pignolo, solitario che vive di pettegolezzi e che ama se stessa. Sì avete capito bene: si sente donna". Mentre con Mimmo Calopresti gira un film tratto dal romanzo 'Via dall'Aspromonte' di Pietro Criaco dal titolo 'Ciccio Italia detto il poeta' "in cui interpreto uno che tutti considerano lo scemo del paese mentre lui scrive un libro e si capisce alla fine che ha una sua profondità". E non finisce qui. È appena uscito un suo libro autobiografico dal titolo 'Notti stellate' edito da Einaudi.
Infine, gli applausi del titolo del bel documentario di Maria Tilli sono quelli che Fonte scambiava quando la pioggia batteva sul tetto di lamiera della sua baracca in Calabria, una specie di presagio di quello che gli sarebbe successo e che ha ricordato a Cannes ritirando la Palma d'oro per la migliore interpretazione in Dogman.
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