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Tilda Swinton e il mistero dei boati di Weerasethakul

Tilda Swinton e il mistero dei boati di Weerasethakul

Attrice a Cannes, i film sono solo foglie che cadono dall'albero

CANNES, 15 luglio 2021, 17:30

Redazione ANSA

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 Non sono i 'colpi del destino' della terza sinfonia di Beethoven, ma colpì molto più forti, poco musicali, veri boati che sente la protagonista di MEMORIA del tailandese Apichatpong Weerasethakul, ovvero Jennifer (Tilda Swinton) coltivatrice di orchidee in visita a sua sorella malata a Bogotà.
    E questi colpi non sono le sole strane cose che accadono in questo film, in corsa in questa 74/ma edizione del Festival di Cannes, non a caso firmato da un regista abituato a lavorare in una prospettiva antropologica e metafisica alla stesso tempo alla ricerca delle voci della natura come del senso della vita e dei suoi segni.
    Sconvolta da questi suoni, che sembrano venire dal centro della terra, la donna ne cerca ossessivamente il significato anche per liberarsene: non riesce infatti più a dormire.
    Va così da un ingegnere musicale e musicista (Elkin Diaz) per ricostruire lentamente e fedelmente il suono e incontra anche un archeologo francese (Jeanne Balibar) con il quale fa amicizia.
    A Bogotà viene a sapere di una tribù brasiliana, 'gli invisibili', che evitano il contatto con gli altri e assiste poi a una sinfonia di allarmi, di auto e di appartamento, che suonano e tacciono all'unisono.
   

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