"La Regina Elisabetta ha fatto innamorare tutti i fotografi che l'hanno ritratta nel suo lunghissimo regno, perfino me che invece non l'ho mai fotografata. Icona enigmatica e inavvicinabile, non rilasciava mai interviste, mentre si lasciava fotografare volentieri. In posa davanti a maghi dell'obiettivo come Cecil Beaton, con semplicità. Sembrando una di noi. Forse perché conosceva l'arte fotografica che praticava fin da bambina. Ma la cosa che più mi ha toccato sono i fotografi che hanno avuto fiducia in me sapendo che sarei stato in grado di rappresentarli". Parola di Fabrizio Ferri, regista e direttore della fotografia di Ritratto di Regina, il docu-film che racconta la monarca che ha fatto della difesa della corona la sua suprema ragione di vita, attraverso gli occhi dei fotografi che hanno avuto la fortuna di immortalarla nei loro obiettivi. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, Ritratto di Regina, prodotto da Nexo Digital con Rai Cinema, è tratto dal libro di Paola Calvetti (Elisabetta II: Ritratto di Regina, Mondadori Editore), che ne ha curato anche anche il soggetto e la sceneggiatura. Figura centrale del film il pluripremiato attore Charles Dance. "Charles Dance - rivela Ferri - è l'interprete del film, non la voce narrante. L'ho messo in penombra immerso nel buio, illuminato soltanto dalla luce di un ipad, come fosse un'entità che viene dal passato a raccontare i fotografiche non ci sono più. I fotografi invece li ho messi sempre in una scatola nera, ma in una luce pittorica, caravaggesca. Dance è un attore dal grande carisma e una evidente personalità. Sono stato a Londra a incontrarlo per proporgli il film e davanti al suo magnetismo sono rimasto senza parole". Il risultato della fotografia del docu-film è quello di un'immagine teatrale d'influenza shakespeariana. Ritratto di Regina è una storia di fotografie: frammenti di una biografia disposti in modo molto emotivo, ma anche biografie di grandi autori della fotografia che si intrecciano a quelle della Regina in un viaggio immaginario. Ogni ritratto è la tessera di un mosaico, cattura uno solo dei suoi mille volti, anche quando quel volto è lo stesso. "Se ci sembra di conoscerla da sempre - aggiunge Paola Calvetti - o meglio di averla sempre "vista", è anche grazie alla fascinazione dei suoi ritratti fotografici che mantenendo un'aura di atemporalità, nel tempo sono diventati icone globali". In settanta anni di regno la regina è stata indagata dagli obiettivi di straordinari fotografi. Dai primi ritratti dallo stile spoglio di Marcus Adams a quelli formali di Cecil Beaton, o a quelli di Tony Armstrong-Jones, fotografo cognato divenuto Lord Snowdon, di Yousuf Karsh, fino alle foto di superstar del clic come Brian Aris, Jason Bell, Julian Calder, David Montgomery, John Swannell. Per arrivare agli anni Duemila e alla fotografia del volto regale a occhi chiusi di Chris Levine. Nel docu-film, alle immagini della Regina, si alternano le conversazioni con alcuni dei fotografi che hanno ritratto Sua Maestà, come Brian Aris, Jason Bell, Julian Calder, Chris Levine, David Montgomery, John Swannell, oltre a quelle con Emma Blau (fotografa e comproprietaria dell'Agenzia fotografica Camera Press), il direttore creativo della Valentino Pierpaolo Piccioli, Isabella Rossellini e Susan Sarandon che ha incontrato personalmente la Regina.
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