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Le emozioni sono cruciali, ma per ogni generazione è differente

Le emozioni sono cruciali, ma per ogni generazione è differente

Primo report del neonato Osservatorio

12 aprile 2025, 22:33

Redazione ANSA

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Nasce in Italia l'Osservatorio delle Emozioni che a Roma ha presentato il suo primo report. Un progetto che parte da un'idea semplice ma fondamentale: sono proprio le emozioni a guidare le scelte, a modellare i comportamenti . Dalla ricerca, che, realizzata da Lab21,  intervista uomini, donne e non binari (ossia non strettamente e completamente maschili o femminili), emerge che l'80,9% del campione, 1000 persone, è consapevole del loro ruolo rilevante nelle decisioni che ogni giorno vengono assunte.
Le generazioni più giovani, come Millennials ( nati tra il 1981 e il 1996) e Zoomers (i nati tra la metà degli anni '90 e il 2010), assegnano alle emozioni un'importanza cruciale, rispettivamente con il 47,1% e il 30,1%. Sono, insomma, il vero motore sociale: "Da rilevare - osserva Roberto Miscioscia, Ceo di Net in Progress e  presidente dell'Osservatorio - che il 62,6% delle persone non binarie vede le emozioni come chiave nelle decisioni quotidiane, dimostrando di avere una migliore relazione con le emozioni".
L’ambito lavorativo rappresenta un terreno di forte disomogeneità tra generazioni.
Per il 31,7% del campione, le emozioni esercitano un impatto positivo sul lavoro, ma le differenze generazionali sono evidenti. Millennials (37,8%) e Zoomers (44,9%) vedono le emozioni come un elemento che stimola la produttività e l'efficacia decisionale. Al contrario, Boomers ( i nati  tra il 1946 e il 1964) e la cosiddetta Generazione Silenziosa(1928-1945)  mostrano maggiore prudenza: rispettivamente il 18,9% e il 19,1% dichiara che le emozioni possono peggiorare o ridurre la produttività, riflettendo un approccio più conservatore e orientato alla stabilità: "Questo contrasto -afferma Miscioscia- è spiegabile anche dalla diversa esposizione ai cambiamenti culturali e tecnologici".
In ambito familiare, le emozioni prevalenti sono la gioia e la fiducia. Questo dato è particolarmente marcato tra i Boomers (il 44,8% per la gioia e il 34,8% per la fiducia) e la Generazione X (il 38,9% per la gioia e il 38,6% per la fiducia). Un dato confermato anche per i Millenials (il 39,2% per la gioia e il 33,5% per la fiducia). La famiglia torna dunque a essere principale punto di riferimento emotivo, valoriale. Questo cambiamento, che potrebbe sembrare un ritorno a tradizioni più solide, ha radici complesse, legate tanto al Covid quanto ai cambiamenti nei modelli di socializzazione e alle sfide della modernità: "Questo rinnovato ruolo della famiglia - dice il presidente dell'Osservatorio delle Emozioni- è stato interpretato come un ritorno a valori stabili e a un senso di appartenenza più profondo, capace di dare sicurezza in tempi di instabilità globale".
Tra le giovani generazioni si riscontra poi una prevalenza di emozioni negative quando si pensa alla politica. La rabbia (45,4%) e il disgusto (57,5) sono prevalenti, nella Generazione Z e nei Millennials. Un dato rilevante è l'emozione della tristezza della generazione dei Millennials (29,3%), come nel genere non binario. Questi dati riflettono una disillusione verso il sistema politico e una crescente sfiducia nelle istituzioni che accomuna le generazioni più giovani. In ambiti come lo sport e l'arte, emergono invece emozioni prevalentemente positive. L'85,7% del campione associa sentimenti di gioia e fiducia all'arte, con un picco tra Millennials (45,3%) e Zoomers (43,4%). Per quanto riguarda lo sport, la fiducia è l'emozione prevalente tra Boomers (39,6%) e Generazione X (33,8%). La religione al contrario perde peso per i giovani.
La sezione dedicata all'associazione tra emozioni e colori nell'indagine rivela una corrispondenza intuitiva tra stati emotivi e tonalità cromatiche. Fiducia: blu (42.9%) e verde chiaro (30.6%). Gioia: giallo (46.6%) e arancione (32.8%). Sorpresa: viola (40.2%) e giallo (24.8%). Tristezza: grigio (46.8%) e nero (24.4%). Rabbia: rosso (55.8%) domina, seguito da nero (25.2%). Disgusto: verde scuro (31.2%) e grigio (20.7%) sono i colori prevalenti.
La ricerca ha un focus dedicato ai non binari che vivono le emozioni con più intensità e hanno l'abilità di analizzarle e trasformarle con maggiore consapevolezza. Nell'affrontare una sfida, le persone non binarie hanno quindi una fiducia minore (24,7%), rispetto ai maschi e alle femmine (31,2% maschi e 35,6% femmine), e una minore serenità: 18,7% (contro 20,9% maschi e 22,1% femmine). Nei contesti familiari e con gli amici: i non binari mostrano infine una tranquillità d’animo (34,1%), ma senza grande entusiasmo. Il che potrebbe rappresentare una scarsa fiducia di essere accettati.

L’indagine evidenzia chiaramente come le emozioni siano un elemento centrale nella vita degli italiani, ma il loro ruolo e la loro interpretazione variano significativamente tra generazioni. Le differenze riflettono cambiamenti storici, culturali e tecnologici, che hanno influenzato la società italiana in maniera profonda. Per le generazioni più giovani, le emozioni rappresentano un elemento flessibile e dinamico, integrato in un contesto di cambiamento continuo. Per le generazioni più anziane, invece, le emozioni assumono un ruolo più stabile e tradizionale, spesso connesso a valori consolidati: "Questi risultati -conclude il Ceo di Net in Progress, Roberto Miscioscia- aprono a numerose riflessioni sulle diverse esigenze emotive delle generazioni, promuovendo dialogo e comprensione reciproca. Ma indicano la strada anche per chi fa comunicazione. Una rivoluzione culturale che parte da qui. L'Osservatorio però vuole aprirsi ad aziende, istituzioni e associazioni perché possa diventare uno stimolo al mondo della comunicazione a effettuare scelte etiche per migliorare lo stato emotivo della società".

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