Nel 1985 l'Autobianchi Y10, antesignana dell'attuale Lancia Ypsilon, debuttò al Salone di Ginevra diventando una delle prime vetture premium destinate all'utilizzo cittadino. Il claim, "piace alla gente che piace", con uno spot che è ancora oggi nella memoria di molti, annunciava le doti di una vettura dal look inequivocabile e dalle finiture raffinate per l'epoca.
Il portellone che scendeva dritto nella fiancata e verniciato di colore nero, era un tratto stilistico di un'auto che nasceva su una base decisamente popolare, quella della panda, ed aveva una meccanica Fiat dalla grande affidabilità. Oltre al 999 cm3 Fire da 45 CV, era proposta con il 1.050 cm3 da 56 CV che, sulla Turbo, diventavano 85. Con questa motorizzazione più spinta, la Y10 toccava i 180 km/h e scattava da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi.
La gamma della piccola rifinita anche con interni in Alcantara per le versioni più ricche, annoverava anche la variante 4WD per addentrarsi oltre l'asfalto, che aveva una maggiore altezza da terra e protezioni laterali in plastica, oltre a cerchi specifici.
Nel 1989 arrivò il restyling, che portò al debutto del motore Fire da 1.108 cm3 con iniezione elettronica da 56 CV di potenza per le varianti LX i.e. e 4WD i.e. mentre la Turbo fu sostituita dalla GT i.e. che aveva sotto il cofano un 1.3 aspirato da 78 CV, e con la Selectronic la Y10 guadagnò il cambio automatico a variazione continua.
Più avanti, precisamente nel 1992, il frontale fu rivisto mediante l'adozione di nuovi gruppi ottici, anche il posteriore vide cambiamenti nelle firme luminose, e l'abitacolo fece sfoggio di una plancia rinnovata. A queste innovazioni si aggiunse quella meccanica del cambio a 5 marce; nel contempo, la versione 4WD lasciò il posto alla nuova variante Sestrieres, e uscì dalla gamma il motore 1.0 Fire.
Prodotta in più di 1 milione e seicento mila esemplari, l'Autobianchi Y10 venne proposta anche in diverse serie speciali tra cui quelle Fila, Missioni, e persino una Turbo con livrea Martini, in omaggio alla Lancia Delta Integrale da rally, che oggi farebbe la felicità dei collezionisti.
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