Il presidente di Stellantis John Elkann andrà in audizione alla Camera il 19 marzo per riferire del futuro del gruppo, accogliendo infine le richieste bipartisan di illustrare il piano industriale e soprattutto le prospettive occupazionali del gruppo in Italia. La data è stata individuata dopo "le interlocuzioni intrattenute in queste settimane" come ha spiegato il presidente della commissione Attività produttive della Camera Alberto Luigi Gusmeroli. Un appuntamento atteso dopo il tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy il 17 dicembre, con al centro il 'piano Italia' e che potrà meglio chiarire le prospettive in un momento così delicato per il settore dell'automotive, sul quale incombono crisi industriali, costi della transizione e guerra dei dazi.
Proprio oggi Tesla, Bmw e i tre gruppi automobilistici cinesi Saic, Geely e Byd hanno fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea contro i dazi Ue alle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina. L'ultima ad avviare il contenzioso è stata l'azienda di Elon Musk, coinvolta tramite l'unità Tesla Shanghai, dopo che già Bmw si era aggiunta alle azioni presentate nei giorni scorsi alla Corte a Lussemburgo dalle tre case cinesi, oltre alla Camera di commercio cinese (Cccme).
Contestano le tariffe aggiuntive alle frontiere imposte in Ue dalla fine dello scorso ottobre, fino al 35% in più rispetto alle tariffe doganali del 10% già in vigore in precedenza.
Contro le decisioni della Commissione europea la Cina aveva già presentato un ricorso all'organizzazione mondiale del commercio, denunciando il "protezionismo" europeo, e ha poi avviato da parte sua un'indagine antidumping sulle carni di maiale, i latticini e liquori importati dall'Ue, cognac incluso.
"Siamo pronti a difendere il nostro caso in tribunale, se necessario", ha affermato il portavoce dell'esecutivo comunitario Olaf Gill, confermando che i ricorsi che già risultano depositati alla Corte, senza che sia ancora pubblico alcun dettaglio delle cause, riguardano effettivamente i dazi ai veicoli elettrici cinesi. Il termine ultimo per presentare i ricorsi era mercoledì scorso, 22 gennaio. Le azioni sono state presentate alla Corte generale, dove la durata dei giudizi è in media di 18 mesi.
I dazi europei hanno visto particolarmente contraria l'associazione automobilistica tedesca Vda, considerata anche la forte presenza in Cina di Bmw con una produzione di modelli anche per il mercato europeo. Tesla produce a Shanghai il celebre Model 3 e il più nuovo Model Y. In autunno nella fase transitoria il gruppo americano era riuscito a contrattare con Bruxelles una riduzione dei dazi aggiuntivi, che alla fine sono solo del 7,8%, facendo 'pesare' sulla decisione il livello inferiore di sussidi pubblici cinesi ricevuti nella Gigafactory di Shanghai. I dazi ulteriori per Byd sono del 17%, del 18,8% per Geely e arrivano fino al 35,3% per Saic.
L'esecutivo comunitario aveva spiegato che i gruppi che hanno collaborato all'indagine sono stati beneficiati con tariffe aggiuntive ridotte al 20,7%, mentre il 35,3% è la quota massima imposta oltre al 10% inziale imposta. L'amministrazione americana era intervenuta per prima sull'asserito vantaggio competitivo dato dai sussidi pubblici alle auto elettriche cinesi quadruplicando i dazi alle importazioni in Cina per portarli al 100%.
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