E' entrata in vigore questa
settimana la nuova normativa Usa che colpisce il comparto auto
vietando la vendita o l'importazione di veicoli connessi che
utilizzano hardware o software di aziende legate alla Cina o
alla Russia. L'obiettivo dell'amministrazione Usa, secondo
quanto annunciato a gennaio e ora confermato dal Dipartimento
del Commercio, è di tutelare la sicurezza nazionale prevenendo
il rischio di manipolazione di dati sensibili da parte dei paesi
"avversari". Già preannunciate a inizio 2025
dall'amministrazione Biden e oggi applicate da Trump, le nuove
regole saranno introdotte gradualmente fino al 2027 ma impongono
fin d'ora ai produttori auto una verifica della catena di
fornitura per certificare il rispetto delle norme, con il
rischio per molte società di essere tagliate fuori da subito
dalle pianificazioni delle future produzioni. Guardando al
listino milanese un pericolo si pone anche per Pirelli, il cui
socio di maggioranza relativa cinese la fa rientrare tra le
società impattate. Per il gruppo milanese sarebbero a rischio i
piani di sviluppo sul mercato Usa del duo hardware e software
Cybertyre che consente il dialogo fra i pneumatici e i sistemi
di controllo dell'auto. Da Pirelli non entrano nel merito della
questione, limitandosi ad affermare che "la società si adeguerà
alle leggi come ha fatto e fa in ogni Paese in cui opera".
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