I focolai a trasmissione alimentare
attribuibili ad alimenti di origine vegetale e come prevenire i
rischi alimentari. E' il focus della campagna di comunicazione
Safe2Eat 2025 che prende il via per il quinto anno. Promossa
dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal
ministero della Salute ha come obiettivo quello di far crescere
la fiducia dei consumatori nella sicurezza alimentare
nell'ambito dell'Unione europea. la campagna vuole fornire ai
consumatori informazioni chiare e basate sulla scienza della
sicurezza alimentare. Quest'anno si estende a 23 paesi, in
crescita rispetto ai 18 del 2024, con la missione di aiutare un
numero sempre maggiore di europei a scegliere con sicurezza i
prodotti alimentari.
Tra i paesi partecipanti dell'edizione 2025 ci sono anche
Albania, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Cipro, Croazia,
Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia,
Lussemburgo, Montenegro, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia,
Spagna, Turchia e Ungheria.
Quest'anno la campagna in Italia si concentra sui focolai di
malattie a trasmissione alimentare attribuibili ad alimenti di
origine non animale, ovvero vegetale, meglio conosciuti come
Anoa, e sugli additivi. Tra gli alimenti di origine non animale,
quelli che pongono i rischi maggiori nell'Ue sono verdure a
foglia verde, ortaggi a bulbo e a stelo, pomodori, meloni,
baccelli, legumi o cereali freschi, semi germogliati e frutti di
bosco. Possono essere consumati in svariati modi, da crudi ad
altamente trasformati. In taluni casi, però, il loro consumo può
causare malattie gravi, anche con esito fatale.
A partire dal focolaio epidemico di infezione da E.coli
produttore di shigatossina, che si è verificato nel 2011 in
alcuni Paesi Ue a causa del consumo di insalata di germogli
contaminata e passando al caso dei minestroni surgelati
consumati impropriamente tal quali e dai quali sono originati
numerosi casi di listeriosi, nonché ai casi di salmonellosi
(Salmonella Umbilo) da consumo di insalate di prima gamma
(rucola e spinaci in foglie).
Per quanto riguarda il botulismo alimentare, l'Italia riporta
costantemente uno dei tassi di prevalenza più alti dell'Ue,
anche a causa della spiccata tradizione consolidata nella
popolazione rispetto alla preparazione delle conserve alimentari
in ambito domestico. I focolai correlati al consumo di alimenti
di produzione industriale, sono invece molto rari, ma destano
maggiore preoccupazione sia per la popolazione sia per le
autorità di controllo in quanto possono potenzialmente
coinvolgere un elevato numero di persone.
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