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Dopo il Covid italiani più online, in casa ed eco-sostenibili

Dopo il Covid italiani più online, in casa ed eco-sostenibili

Ricerca della Cattolica di Milano sugli effetti della pandemia

MILANO, 07 febbraio 2025, 11:44

Redazione ANSA

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Dopo la pandemia del Covid circa un terzo della popolazione italiana ha aumentato l'uso di internet, il tempo trascorso in casa e adottato comportamenti sostenibili.
    E' la sintesi della ricerca 'Behavioural Change' dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
    Lo studio ha analizzato l'impatto della pandemia dal 2021 al 2024, intervistando in due occasioni oltre 4.500 persone. Ne è emerso un quadro in chiaro scuro: il cambiamento infatti ha riguardato in modo disomogeneo la popolazione, in particolare i giovani più degli anziani, gli uomini più delle donne, gli abitanti delle città più densamente popolate rispetto alle altre.
    Per esempio, l'uso di internet è effettivamante aumentato in modo strutturale per oltre il 37% degli intervistati nel 2024, ma se il 36% dei laureati usa di più il web per lavoro, lo fa solo il 18% dei meno istruiti. Lo iato resta anche per il tempo libero, col 43% dei laureati che usano il web per divertirsi contro il 32% di coloro che hanno un titolo di studio inferiore.
    Anche i comportamenti sostenibili si sono effettivamente consolidati ma in modo disomogeneo: se nelle grandi città circa un intervistato su tre ha dichiarato di aver adottato 'buone pratiche' sostenibili, il dato scende al 17% nelle zone meno densamente popolate, in particolare nelle regioni del Sud.
    Pure nei consumi si vedono dei cambiamenti. Le spese nei negozi di vicinato e per ristorazione hanno subito una diminuzione strutturale (-43% nella seconda ondata di interviste del 2024), soprattutto tra chi ha scarse condizioni economiche (-51%). Infine, anche il tempo trascorso in casa è aumentato stabilmente per oltre un intervistato su tre, ma ad aver incrementato le ore trascorse tra le mura domestiche però sono soprattutto coloro che hanno condizioni economiche precarie (+45%) e i non occupati (+43%).
   

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