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Alzheimer, scoperto ai raggi X il legame tra intestino e cervello

Alzheimer, scoperto ai raggi X il legame tra intestino e cervello

La tecnica apre a diagnosi precoce e nuovi bersagli terapeutici

05 febbraio 2025, 15:52

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Rappresentazione 3D del tessuto dell 'intestino di topo (fonte: Palermo F et al., Science Advances 2025 CC BY 4.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione 3D del tessuto dell 'intestino di topo (fonte: Palermo F et al., Science Advances 2025 CC BY 4.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I potenti raggi X emessi dal sincrotrone del centro europeo Esrf a Grenoble, in Francia, hanno permesso di svelare lo stretto legame esistente tra intestino e cervello nella malattia di Alzheimer: un disequilibrio nei batteri che colonizzano l’apparato digerente può infatti portare alla produzione di sostanze tossiche che rompono la barriera che normalmente separa il cervello dal resto del corpo, causando infiammazione e scatenando l’Alzheimer.

La nuova tecnica, pubblicata sulla rivista Science Advances, è stata descritta nello studio coordinato dall’Italia, con Alessia Cedola dell’Istituto di Nanotecnologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e Claudia Balducci dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. I risultati potrebbero costituire un passo avanti importante per la diagnosi precoce e per l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici.

Negli ultimi anni molte ricerche hanno dimostrato che l’intestino e il cervello comunicano attraverso neuroni posti in entrambi gli organi e che, in questa connessione, il microbiota intestinale svolge un ruolo chiave. “L’ipotesi principale è che i cambiamenti nel microbiota inneschino la fuga di batteri cattivi dall’intestino – dice Cedola – che entrano in circolo e raggiungono il cervello innescando l’Alzheimer, ma le evidenze sono ancora scarse”. Per fare luce sull’argomento, gli autori dello studio hanno scoperto che la tomografia a raggi X costituisce un potente strumento, che permette di analizzare i cambiamenti che si verificano nell’organismo con grande precisione e in 3D. “Questa tecnica rappresenta una vera svolta per l’analisi approfondita dell’intestino – aggiunge Cedola – e potrebbe essere fondamentale per la diagnosi precoce e la prognosi della malattia”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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