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Fra 44 e 47 anni le prime spie del cervello che invecchia

Fra 44 e 47 anni le prime spie del cervello che invecchia

La scoperta apre nuove strade per la prevenzione

12 marzo 2025, 08:16

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Fra i 40 e i 60 anni le prime spie del cervello che invecchia (fonte: PickPik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fra i 40 e i 60 anni le prime spie del cervello che invecchia (fonte: PickPik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

C’è un momento chiave per l’invecchiamento del cervello che arriva durante la mezza età, tra i 40 e i 60 anni: trattamenti precoci e preventivi somministrati durante questa finestra critica potrebbero evitare o limitare i danni causati dalle malattie neurodegenerative che possono insorgere più avanti nel corso della vita. La scoperta, pubblicata sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana, Pnas, si deve a un gruppo di ricerca guidato dall’Università statale di New York a Stony Brook.

Lo studio si è basato sull’analisi delle risonanze magnetiche di oltre 19mila individui, che hanno mostrato come l’invecchiamento del cervello non segue un andamento costante, ma è segnato da due gradini principali: il primo si verifica tra i 44 e i 47 anni e segna la comparsa dei primi segnali, mentre il secondo avviene tra i 62 e i 67 anni, quando il processo subisce la maggiore accelerazione: c'è poi un terzo gradino, tra i 76 e i 90 anni, nel quale la destabilizzazione raggiunge il limite massimo e si arresta.

I primi due passaggi chiave sembrano ricalcare quelli scoperti dallo studio pubblicato nell'agosto 2024 su Nature Ageing da un altro gruppo, che in corrispondenza di 44 e 60 anni ha individuato drastici aumenti o diminuzioni in migliaia di molecole e microrganismi presenti nel corpo, che fanno avanzare repentinamente l’invecchiamento.

Il meccanismo trainante dell’invecchiamento cerebrale sembra essere il metabolismo, in particolare quello del glucosio, che è il carburante principale del cervello. I risultati ottenuti dagli autori della ricerca mostrano che il primo scalino è associato ad un marcato aumento della quantità di emoglobina legata a molecole di zuccheri. Questo legame avviene quando c’è una concentrazione eccessiva di glucosio nel sangue ed è infatti una spia del diabete. Invece, il secondo gradino avviene insieme a profondi cambiamenti vascolari, che si riflettono soprattutto sulla pressione sanguigna.

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