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Una nuova tecnologia apre a frigoriferi più green ed economici

Una nuova tecnologia apre a frigoriferi più green ed economici

Usano reazioni chimiche per produrre energia

03 febbraio 2025, 08:28

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Piccolo prototipo di refrigeratore termogalvanico (fonte: Yilin Zeng) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Piccolo prototipo di refrigeratore termogalvanico (fonte: Yilin Zeng) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli attuali frigoriferi, basati su una tecnologia che risale agli anni ’50, potrebbero essere sostituiti da apparecchi meno inquinanti e più economici, grazie alla cosiddetta refrigerazione ‘termogalvanica’: alla base di questa nuova tecnologia ci sono celle che utilizzano reazioni chimiche per produrre energia.

Adesso, ricercatori guidati dall’Università cinese di Scienza e Tecnologia di Huazhong, a Wuhan, hanno trovato il modo di rendere questo processo molto più efficiente, migliorando del 70% il potere di raffreddamento. I risultati, pubblicati sulla rivista Joule, aprono a varie applicazioni, dai piccoli dispositivi di raffreddamento indossabili ai grandi apparecchi per l’industria.

Le celle termogalvaniche sulle quali si sono concentrati i ricercatori coordinati da Jiangjiang Duan si basano su atomi di ferro disciolti in una soluzione: nella prima fase della reazione, gli atomi perdono un elettrone e assorbono calore dalla soluzione circostante, mentre nella seconda fase riacquistano l’elettrone perso rilasciando il calore, che può essere rimosso da un dispositivo apposito. Grazie a modifiche nella composizione chimica della soluzione utilizzata normalmente, gli autori dello studio sono riusciti ad aumentare significativamente l’efficienza di tutto il processo, finora molto bassa.

La strada per i frigoriferi del futuro è però ancora molto lunga, poiché la tecnologia termogalvanica necessita ancora di importanti miglioramenti. “Puntiamo a migliorare le prestazioni di raffreddamento esplorando nuovi meccanismi e materiali avanzati”, dice Duan. “La tecnologia termogalvanica entrerà presto nello nostre vite, sotto forma di energia pulita o di raffreddamento a basso consumo – aggiunge il ricercatore – e sia il mondo della ricerca che quello dell’industria devono tenersi pronti”.

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