Dubbi sull'innovativo chip quantistico Majorana-1, annunciato nello studio coordinato da Chetan Nayak di Microsoft e pubblicato recentemente sulla rivista Nature. A distanza di circa tre settimane, la stessa rivista sul suo sito osserva come quella pubblicazione sia stata accolta con scetticismo da parte della comunità scientifica. Non mancano le perplessità nemmeno da altre fonti.
A fine febbraio l'azienda americana Microsoft aveva annunciato la realizzazione del primo chip quantistico basato su un'unità di informazione (qubit) topologica: la disciplina che studia la forma e l'organizzazione dello spazio (topologia) è da tempo inseguita per proteggere meglio le informazioni quantistiche e fare calcoli più stabili nel contesto della computazione quantistica. La novità era stata presentata ai media come una vera e propria rivoluzione nel settore perché risolverebbe molti degli attuali ostacoli allo sviluppo di computer quantistici molto potenti.
“Si tratta di una tipologia di qubit che si sta inseguendo senza successo da oltre 10 anni”, ha osservato Simone Montangero, dell'Università di Padova e co-leader dello Spoke 10 dedicato al Quantum computing di Icsc – Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. Un obiettivo talmente importante che “riuscire a identificare e usare i qubit topologici in modo pratico sarebbe un traguardo eccezionale, da Nobel”, ha aggiunto Francesco Tafuri, Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile dello sviluppo del primo computer quantistico italiano.
Tuttavia l'obiettivo non sembrerebbe raggiunto nemmeno questa volta, come osserva Nature. Fra i ricercatori che hanno sollevato perplessità, la rivista cita il fisico teorico Henry Legg, dell'Università britannica di St. Andrews: in un articolo online su ArXiv, la piattaforma di studi non ancora vagliati dalla comunità scientifica, Legg osserva che i test usati da Microsoft per analizzare il corretto funzionamento del nuovo chip risultano imperfetti.
E' dello stesso avviso Tommaso Calarco, esperto di sistemi quantistici dell'Università di Colonia e dell'Università di Bologna: "lo studio non mostra la realizzazione di qubit topologico né tantomeno offre una base sufficiente a quanto si è fatto intendere dai media", ha detto all'ANSA .
Nel 2018 proprio i qubit topologici sono stati al centro di una sorta di scandalo, quando un gruppo di ricerca dei Paesi Bassi finanziato da Microsoft aveva annunicato su Nature la realizzazione del primo qubit topologico. Un lavoro che si rivelò errato e che poco dopo venne ritrattato. Intanto Microsoft ha risposto alle critiche affermando che lo studio su Nature puntava a spiegare il metodo di lavoro, ma che nel tempo intercorso tra la stesura dell'articolo e la pubblicazione, l'azienda avrebbe fatto enormi progressi.
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