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La sonda Einstein ha rilevato una strana esplosione cosmica

La sonda Einstein ha rilevato una strana esplosione cosmica

Distante 12,5 miliardi di anni luce, nell'universo primordiale

01 febbraio 2025, 09:48

di Benedetta Bianco

ANSACheck
 Il 15 marzo 2024 è stata rilevata una strana esplosione cosmica di raggi X (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Il 15 marzo 2024 è stata rilevata una strana esplosione cosmica di raggi X (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 15 marzo 2024 è stata rilevata una strana esplosione cosmica di raggi X dalla sonda Einstein, il telescopio spaziale dell'Accademia cinese delle Scienze costruito in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea, l’Istituto tedesco Max Planck per la fisica extraterrestre e il Centro nazionale francese per gli studi spaziali (Cnes): il lampo, durato più di 17 minuti, proveniva da una distanza di 12,5 miliardi di anni luce, ed era quindi stato emesso quando l’universo aveva solo il 10% della sua età attuale.

Ciò rende questa esplosione, indicata con la sigla Ep240315a, la più antica e la più lunga mai rilevata nei raggi X a bassa energia, il cui mistero è stato analizzato in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, guidato da Yuan Liu dell’Accademia cinese delle Scienze.

Alla ricerca hanno partecipato, per l’Italia, l’Istituto nazionale di astrofisica e l’Università di Roma Tor Vergata. Grazie alle analisi effettuate con altri telescopi a terra, i ricercatori hanno stabilito che i raggi X erano stati emessi in occasione di un tipico lampo di raggi gamma, eventi estremamente potenti che rilasciano straordinarie quantità di energia e che sono di solito provocati dall’esplosione di stelle massicce. Eppure, ciò non ha risolto l’enigma: normalmente, infatti, i raggi X precedono i raggi gamma solo di poche decine di secondi, mentre in questo caso l’esplosione è avvenuta più di 6 minuti prima. “

Un ritardo così lungo non è mai stato osservato prima”, commenta Hui Sun, co-autore dello studio. Questa anomalia, insieme alla durata inaspettatamente lunga dell’evento, potrebbe indicare che gli astronomi devono rivedere le loro conoscenze sui lampi di raggi gamma. “Questo ci dice qualcosa di veramente nuovo – aggiunge Weimin Yuan, tra gli autori della ricerca – e forse dobbiamo ripensare i modelli che abbiamo per i lampi di raggi gamma”.

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