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Il gusto della Cooperazione, guida ristoranti riscatto sociale

Il gusto della Cooperazione, guida ristoranti riscatto sociale

Sono 109 nel primo censimento scritto per Confcooperative

ROMA, 28 novembre 2024, 11:23

Redazione ANSA

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Arriva una guida per i ristoranti cooperativi, un primo elenco di 109 insegne del gusto più vicino al grande pubblico, ai prodotti del territorio proposti in esercizi impegnati per il riscatto sociale e nell'inserimento lavorativo di persone con disabilità. Si tratta de 'Il gusto della Cooperazione', un volume edito dalla Pecora Nera (240 pagine, 14,90 euro), curato da Simone Cargiane e Fernanda D'Arienzo, presentato da Fabiola Di Loreto, direttore generale di Confcooperative, presso "La Trattoria degli Amici", ristorante gestito a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio. "Questo è un ristorante che - ha precisato Di Loreto - nasce da una cooperativa sociale che solo recentemente ha deciso di iscriversi a Confcooperative. Sarà nella prossima edizione della guida insieme ad altre realtà con storie di riscatto che parte dalla cucina. Censiti in questa guida sono dei ristoranti di alta qualità, con ingredienti generalmente di produzioni italiane e cucine che valorizzano i prodotti del territorio, ma soprattutto le persone. Sono 109 storie, da leggere come un romanzo, di cooperative agricole che decidono di valorizzare i prodotti dei loro soci ad esempio del settore della pesca. Dando così l'opportunità ai pescatori di integrare il reddito da lavoro della pesca con il reddito della ristorazione che valorizza il pesce e anche i trasformati del pescatp. Sono in gran parte cooperative sociali che nascono per fare un altro tipo di servizio di assistenza alle persone, di cura nei confronti delle persone e danno un'opportunità di lavoro a tutti, disabili compresi". Per Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, "in questi ristoranti di deve entrare utilizzando tutti i sensi, gusto, olfatto, vista, ma soprattutto l'ascolto l'udito. Perché dietro a questi ristoranti ci sono delle storie bellissime, delle storie di grandissima esperienza, professionalità, e umanità. Non pensate - ha detto - di andare in questi ristoranti facendo un'opera di bene perché sbagliate assolutamente approccio. Andateci con gli amici e familiari per mangiare bene e scoprirete bellissime storie di emancipazione, integrazione e storie di socialità che danno al lavoro autentico e ben retribuito". L'editore si vanta del ruolo alternativo alla Michelin: "Ci sono spesso troppe stelle che brillano e parlano di una tipo di ristorazione che è lontana dalle persone. Noi segnaliamo i ristoranti dove si va per gratificarsi con un un buon pasto conviviale tra amici e familiari".
    La Trattoria degli Amici, nel cuore di Trastevere, ha precisato Paola Scarcella della Comunità di Sant'Egidio, dà lavoro stabile a 15 persone tra disabili e professionisti.
    Insegna nata nel 1998 come Associazione Culturale, ebbe in dono l'ambita licenza per la ristorazione che fu donata dall'allora sindaco Walter Veltroni nella Giornata della Disabilità. Tra le più recenti soddisfazioni la trasferta in Umbria per cucinare nella brigata del G7 della Disabilità. E oggi, ha concluso, "è qualcosa che lega l'impresa e quindi la capacità di produrre un reddito, di produrre dei benefici sociali, di produrre un'autonomia finanziaria per le persone con disabilità, ma nello stesso tempo anche un bel lavoro, allegro, è un lavoro dove si sta bene e con turni sostenibili".
   

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