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Il cibo a pezzi, volume mette al centro la guerra nel piatto

Il cibo a pezzi, volume mette al centro la guerra nel piatto

Focus sul conflitto tra modello industriale e quello agricolo

ROMA, 28 febbraio 2025, 15:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un saggio che guarda al cibo in una prospettiva politica e democratica, mettendo in evidenza l'urgenza delle grandi questioni mondiali e nazionali: è quanto propone "Il cibo a pezzi - La guerra nel piatto" (Bompiani), scritto a sei mani da Vincenzo Gesmundo (segretario generale Coldiretti), Roberto Weber (sondaggista e presidente dell'Istituto Ixè) e Felice Adinolfi (docente di Economia Agraria all'Università di Bologna e direttore del Centro Studi Divulga), e in libreria dal 26 febbraio. I tre autori, partendo dal presupposto che il cibo plasma la nostra quotidianità e allo stesso tempo è un fattore decisivo nella geopolitica del pianeta perché in grado di muovere interessi e denaro in maniera sempre più incisiva, intendono dimostrare che il cibo è al centro di una "guerra" che chiama in causa il ruolo della democrazia e il destino di tutti noi e in particolare dei veri attori di questo racconto: i produttori di cibo, i contadini. La pubblicazione, attraverso una trattazione ricca di dati, di esempi, di punti di vista, parla del cibo e delle nuove frontiere tecnologiche applicate all'alimentazione che dovranno supportare la crescita del settore, evidenziando comunque i rischi che si possono celare dietro un futuro tecnologico che non può e non deve essere nelle mani di pochi. Aspetto centrale del volume è la descrizione della cosiddetta "guerra del cibo", ovvero il conflitto tra un modello di produzione industrializzato, finalizzato alla massimizzazione del profitto, e un modello agricolo più sostenibile e legato ai territori. "La contrapposizione - spiega una presentazione del libro - è evidente nelle politiche europee, dove norme e regolamenti spesso favoriscono le grandi multinazionali a scapito dei piccoli produttori". "La standardizzazione del cibo, promossa da strumenti come il nutriscore o dalla diffusione dei cibi sintetici, rischia di mettere - sottolineano gli autori - in crisi il modello agricolo italiano, che ha sempre basato la sua forza sulla biodiversità e sulla distintività territoriale. Una "guerra" che non è solo economica, ma anche culturale e politica".
   

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