TORINO - Slow Food e Fao in aiuto di agricoltrici siriane per rilanciare il settore agricolo del paese dopo anni di crisi e guerra. Sette donne, provenienti dai governatorati di Homs, Hama, Lattakia, Tartous, Aleppo, Sweida e Al Qunatra, proprietarie di piccoli appezzamenti di terreno (meno di mezzo ettaro) visiteranno comunità agricole in Piemonte e Liguria che producono e promuovono specialità locali, biologiche e artigianali, note per l'alta qualità delle tradizioni.
Le agricoltrici siriane incontreranno produttori di sei Presìdi Slow Food dedicati alla produzione del burro dell'alta valle dell'Elvo, di olio extra vergine d'oliva, di miele di alta montagna, del formaggio Robiola di Roccaverano, dell'agnello Sambucano e dell'aglio di Vessalico. "Ci auguriamo che questo viaggio di studio - spiega Patrizia Epifania, funzionario del Programma della FAO in Siria - consentirà alle donne siriane di acquisire conoscenze tecniche e capacità imprenditoriali, con le quali potranno gradualmente convertire i loro prodotti fatti in casa in artigianali, in modo da poterli vendere anche a mercati più ampi".
L'iniziativa "fa parte - aggiunge Mike Robson, rappresentante della FAO in Siria - dei più ampi sforzi della FAO per rafforzare l'agricoltura del paese e migliorare la sicurezza alimentare di un popolo che ha sofferto moltissimo, ma è determinato a raccogliere i cocci e a rimettersi in piedi".
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