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Cia, Italia prima sul podio Ue della risicoltura vigila su dazi

Cia, Italia prima sul podio Ue della risicoltura vigila su dazi

Presidente Fini incontra agricoltori a Centro Ricerche Ente Risi

ROMA, 11 febbraio 2025, 18:39

Redazione ANSA

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Cia, Italia prima sul podio Ue della risicoltura vigila su dazi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cia, Italia prima sul podio Ue della risicoltura vigila su dazi - RIPRODUZIONE RISERVATA

- Ancora in cima al podio della risicoltura. L'Italia si conferma di gran lunga il primo Paese produttore di riso in Europa con oltre il 50% dell'intera produzione comunitaria, 216mila ettari di superfici seminate e circa 1,4 milioni di tonnellate prodotte nel 2024. Questi i dati emersi all'incontro organizzato da Cia-Agricoltori Italiani al Centro sperimentale di Ente Risi a Castello D'Agogna, in provincia di Pavia, con il presidente Cristiano Fini, i vertici nazionali dell'Ente e, soprattutto, i tantissimi risicoltori di quella è una delle zone più vocate per il settore. Lombardia e Piemonte, infatti, rappresentano insieme il 93% del riso tricolore. "Il riso è un'eccellenza dell'agricoltura italiana, non solo per la potenza dei numeri -ha detto Fini-. Alla quantità si aggiunge una qualità indiscussa, che nasce dalla tradizione e dal rispetto per l'ambiente e il paesaggio che caratterizzano le aree di produzione".


    Il presidente di Cia ha ribadito l'impegno dell'organizzazione a sostegno del settore risicolo, sia a livello nazionale che europeo, tanto più oggi che "il comparto è chiamato a confrontarsi con grandi sfide, dai cambiamenti climatici agli aumenti dei costi di produzione, dalle dinamiche di mercato sempre più complesse alle politiche Ue di transizione green spesso confuse e pasticciate". Nel contesto di queste difficoltà, Fini ha anche espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto dall'Ente Risi, definendolo un "vero e proprio patrimonio della ricerca pubblica italiana, al servizio degli agricoltori".


    Quindi focus sulla nuova Pac, che "deve essere adeguata nelle risorse e di facile attuazione" e soprattutto "massima attenzione di Cia sui possibili impatti degli accordi di libero scambio" con i Paesi del Sud America (Mercosur) e con i Paesi Eba (Cambogia, Myanmar).


    Da parte sua, il direttore di Ente Risi, Roberto Magnaghi, ha tracciato un'analisi dell'export, visto che circa il 33% del riso prodotto nel nostro Paese arriva al mercato Ue, mentre il 13% è destinato ai mercati extracomunitari come gli Usa.
    Mettendo in chiaro trend e minacce sul fronte commerciale.
    "L'Italia esporta in Europa 538.000 tonnellate di riso, in particolare verso Francia (128.000 tonnellate) e Germania (136.000 tonnellate)". Tuttavia, ha espresso preoccupazione per il calo dell'export verso Parigi (-21.000 tonnellate), che "potrebbe essere legato al caro vita che sta attraversando il Paese transalpino".


    Riguardo ai possibili dazi da parte dell'amministrazione Trump, "l'Italia esporta negli Stati Uniti circa il 6% della produzione, peraltro di varietà pregiate da risotto come Carnaroli, Arborio, Vialone Nano. Produzioni di eccellenza, difficilmente sostituibili con coltivazioni locali. Comunque -ha evidenziato Magnaghi- giusto vigilare sulle politiche dei dazi, che comprometterebbero parte dell'export del nostro agroalimentare di qualità verso gli Usa".
   

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