"Prodotti incredibili e nostrani
che troviamo nei piatti della chef: dal fagiolo alla formella,
alle torzelle, dalla cicerchia alla papaccella, la nostra
azienda agricola tende all'efficienza e alla modernità, ma anche
alla conservazione dei prodotti del territorio campano. E' una
sfida che cerchiamo di portare avanti nel tempo, speriamo di
cogliere sempre l'obiettivo. Ci guida la passione". Parole
dell'imprenditore Pietro Micillo, una vita dedicata all'attività
agricola ma anche alle associazioni di rappresentanza del
settore primario, che ora con un nuovo menù di mare e di terra,
un nuovo chef, da' il via a una ulteriore fase del locale 'La
Riggiola', taverna di Napoli, nel cuore di Chiaia. In cucina è
arrivato il partenopeo Marco Montella, 34 anni, formatosi in
diverse località italiane, che vuole portare in tavola 'memoria
e innovazione'. "Ogni ingrediente - spiega lo chef - racconta
una storia e ogni mio piatto è un omaggio alla cultura e al
gusto della nostra terra". Ad affiancare lo chef Montella c'è
Marcello Cenere. In sala il maître e responsabile della cantina
Fabio Di Costanzo, che ha esperienza in diversi ristoranti
stellati, e la giovane Wendy Nieva.
La pasta fresca e i crudi di mare sono due delle proposte più
importanti. Nel nuovo menù vi sono il carciofo imbottito con
pecorino, pane, prezzemolo, aglio e olive itrane, il polpo cbt
brasato all'aglianico e zenzero con vellutata di sedano rapa, le
fettuccine fatte a mano con asparagi e pancetta croccante,
mantecata con burro salato e caciocavallo silano stagionato in
grotta, il tris di mare con seppia marinata, mazzancolle al
brandy e pesce azzurro affumicato a freddo con salsa teriyaki,
la caprese fatta in casa. Altra novità le serate a tema, ogni
settimana ostriche e bollicine, ogni mese una cena speciale:
mercoledì 16 aprile fritto napoletano, giovedì 15 maggio serata
borbonica, giovedì 12 giugno evento gran crudo ed è in programma
anche la "cena del quinto quarto".
Una cucina che vuole essere tradizionale e aristocratica,
frutto della stima e della passione per la terra, che lega
Micillo allo chef Montella, nato nel Rione Sanità e rientrato a
Napoli dopo le esperienze fuori regione, soprattutto in
Sardegna. La materia prima è fresca e a chilometro zero,
sottolinea Micillo. Il nocillo, poche bottiglie di produzione
familiare che ancora restano dall'ultimo raccolto, è preparato
da Micillo in campagna il giorno di San Giovanni, il 24 giugno,
quando le noci sono al punto giusto per essere lavorate, come
vuole la tradizione. In cantina accanto alle etichette
provenienti da tutto il mondo, ci sono i vini prodotti a
Melizzano (Falanghina e Aglianico), nell'azienda Santo Spirito
di Massimo Del Pezzo nipote di Pietro, figlio della sorella
Clelia. Micillo è la quarta generazione di una famiglia
impegnata dal 1892 nell'attività agricola.
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