A pochi giorni dall'annuncio del
presidente Usa Trump sui dazi, il quadro che si sta
prospettando, ha detto il presidente di Ice Matteo Zoppas
all'inaugurazione di Vinitaly 2025, "è legato a dei numeri
abbastanza incerti. Dopo una rincorsa a fare scorta di vini in
America, con impennata delle vendite delle bottiglie made in
Italy, alcuni importatori hanno addirittura dato indicazioni di
bloccare ordinativi fino a qualche giorno fa quando si è capito
come sarebbero stati applicati i dazi. E adesso si è riaperto il
mercato per le esigenze, diciamo, fisiologiche, ma per capire
quanto inciderà questo dazio occorre comprendere l'elasticità
tra domanda ed offerta sul prezzo finale. Tutto questo per dire
che la situazione oggi è molto aperta".
"Sicuramente - ha osservato il presidente Ice, Zoppas - i
dazi preoccupano, ma vanno affrontati con razionalità e con la
giusta strategia. Per prima cosa è necessario informare
correttamente i molti imprenditori che non hanno ancora chiaro
il quadro normativo - c'è chi pensa che i dazi valgano per tutte
le categorie, o che si applichino anche alle merci già in
transito, e non è vero. Per questo come Ice abbiamo predisposto
una Nota di primo orientamento con il link ai riferimenti
normativi, già scaricabile dal sito dell'Agenzia, e stiamo
lavorando per offrire alle aziende ulteriori strumenti operativi
chiari. Il nostro governo - ha aggiunto - sta lavorando con
determinazione: la premier Meloni ha rapporti solidi con
l'amministrazione americana, il ministro Tajani ha una
collaudata esperienza nelle dinamiche di negoziazione europee,
il ministro Urso sta lavorando per rafforzare la competitività
delle nostre imprese, e il ministro Lollobrigida è costantemente
al fianco del settore agricolo per sostenerlo concretamente".
Come Ice, ha fatto sapere Zoppas, "ci stiamo muovendo sul
fronte dei mercati a più alto potenziale: iniziative come
Vinitaly in Cina, Brasile e Balcani, Wine to Asia, Wine Vision e
I Love Italian Wines sono una opportunità per aumentare la
pressione commerciale. Sono strumenti costruiti in anni di
lavoro e pronti ad accelerare, proprio ora che servono più che
mai per ridurre gli effetti negativi dei dazi. Per esempio, con
Wine Vision Open Balcans abbiamo registrato, grazie a queste
attività, abbiamo registrato un +50% nelle vendite del vino
italiano in quei mercati in soli tre anni. Sicuramente non
possiamo fare a meno del mercato americano: vale oltre 1,2
miliardi di euro e ha un'enorme influenza sugli altri mercati
globali. È fondamentale esserci. Con Vinitaly Chicago abbiamo
creato, in appena tre anni, la più grande fiera del vino
italiano negli Stati Uniti, con 600 aziende e 1.800 etichette.
Se alcuni buyer non vengono da noi, allora andiamo noi da loro,
portando l'eccellenza italiana nel cuore del loro mercato".
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