Nel 2024 si sono registrati 1 milione e 435 mila pernottamenti lungo i Cammini italiani, con un aumento del 6% rispetto al 2023. I camminatori italiani certificati attraverso le Credenziali, una specie di 'passaporto' del pellegrino, sono stati 122mila, ma tenendo conto del fatto che il 26% non lo ritira e che 23 Cammini (su 122 verificati) non lo rilasciano, il numero è quasi di 191.500 (148mila nel 2023). Un aumento del 29% su base annua e del 24,4% sul 2023.
Sono dati che emergono dalla rilevazione annuale (con la collaborazione di Appennino Slow, Walk+, community di Cammini d'Italia e Associazione Europea delle Vie Francigene) presentati a Fa' la cosa giusta! che si svolge dal 14 al 16 marzo a Milano Fiera Rho. L'analisi è stata realizzata sulla base di un questionario online di Terre di mezzo Editore, che organizza anche l'evento.
Quello dei Cammini si conferma dunque un turismo in crescita nonostante il 2024 non sia stato un anno facile, con una primavera piovosa e una estate torrida. Si sono accorciati i giorni: una media di 7,5 giorni contro i 9 del 2023. I camminatori italiani provengono soprattutto dal Nord Italia: il 31% da Lombardia, il 14 e il 13% da Emilia Romagna e Veneto, l'11% da Piemonte. A spingerli la somma di diversi desideri e interessi: la natura, un'esperienza interiore, ricerca del benessere fisico, conoscere il territorio, incontrare nuove persone. Il 26% si mette in cammino anche per motivi religiosi o spirituali.
In media in un anno il 40% cammina 2-4 settimane, il 23% da 3 giorni a 1 settimana, il 22% da 1 a 2 mesi; e c'è una fetta significativa, il 15%, che dichiara di passare in cammino più di due mesi. La concentrazione di Cammini è in Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Una volta arrivati alla meta il 57% aggiunge qualche giorno di vacanza.
L'indagine ha realizzato un focus anche sui giovani 0-35 (che affollano in particolare la Via degli Dei, lungo la quale pernottano in tenda): più sei giovane e più è importante l'esperienza sfidante.
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