"Per far comprendere l'importanza di questa mostra, basti pensare che qui è esposto il Pindaro e il Pan di Salvator Rosa, considerato dallo stesso autore il suo capolavoro". Così Francesco Petrucci, curatore con don Gianni Citro, della mostra 'Genesi e divenire del Barocco tra Roma e Napoli. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e dalla collezione Koelliker', presentata in anteprima nazionale nella Fondazione Banco Napoli. Sono stati inaugurati anche nuovi spazi, ripristinati proprio per ospitare l'esposizione che resterà aperta fino al 10 giugno. La mostra è stata organizzata grazie alla Fondazione Banco di Napoli e alla Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A. (Cultura, Religioni e Arte). Alla presentazione hanno partecipato il presidente della Fondazione Banco di Napoli, Orazio Abbamonte, quello del Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli, Marcello D'Aponte, il direttore della Fondazione Ciro Castaldo, i curatori Petrucci e Citro.
"Roma e Napoli sono due grandi giacimenti di cultura artistica, non ancora del tutto esplorate - ha detto don Citro - qui ci sono tre capolavori assoluti: Pindaro e Pan di Salvator Rosa, dove c'è Napoli col suo caos ancestrale e Roma col suo ordine cosmico. Poi c'è Antonio De Bellis, morto poco più che ventenne, con Apollo e Marsia, la Roma apollinea e la Napoli dionisiaca, manifesto di questa mostra. Infine Matteo Preti con l'incontro di Sant'Antonio Abate e San Paolo Eremita". In questa collezione, infatti, in primo piano c'è la relazione nel campo della pittura tra Roma e Napoli, capitali della cultura artistica europea nell'età barocca. Due luoghi, è stato sottolineato, "che vivevano una competizione virtuosa e che assistevano alle migrazioni di tanti artisti".
Molti di questi artisti attivi nella città dei papi, è stato evidenziato nella presentazione, "si trasferirono poi nel viceregno, mentre altri di formazione napoletana viceversa operarono nel centro del Cattolicesimo, con un proficuo scambio di esperienze e stimoli culturali". Tra tutti Caravaggio e Ribera, formatisi a Roma e poi trasferitisi a Napoli dove fecero scuola. Salvator Rosa, che fu attivo nella maturità a Roma dove dipinse i suoi capolavori. Bernini, nato a Napoli e poi diventato l'astro del Barocco romano, e tanti grandi artisti fino ad arrivare al Settecento con Sebastiano Conca e Corrado Giaquinto, che portarono la loro cultura "solimenesca" nel substrato classicista romano.
Sono esposti venti grandi dipinti: dieci provenienti da Palazzo Chigi in Ariccia, sede del museo del barocco romano, e dieci dalla collezione Koelliker, una delle più prestigiose raccolte private di arte italiana formata dal mecenatismo dell'imprenditore milanese Luigi Koelliker. I primi sono di scuola romana, i secondi di scuola napoletana. "Come Fondazione - ha detto Abbamonte - vogliamo offre agli studiosi, alla gente, dagli studenti agli appassionati, la possibilità di fruire di capolavori d'arte, a volte sconosciuti. Questa mostra è completa e straordinaria per opere esposte, cura e nuovi spazi messi a disposizione al piano terra".
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