Dal 12 aprile al 6 luglio Casa
Morandi del Settore Musei Civici di Bologna ospita "Solo luce
del sole? / Just Sunlight?", una mostra di Angelo Candiano,
curata da Lorenzo Balbi (direttore del Mambo e del Museo
Morandi), che mette in dialogo intorno al tema della luce la
poetica del fotografo con quella di Giorgio Morandi nella
dimora-studio dove il maestro bolognese ha vissuto e lavorato
dal 1933 al 1964.
Nato a Modica nel 1962, l'artista visivo Angelo Candiano (ha
realizzato opere su carta, fotografiche, scultoree e video) vive
a Torino, dove ha studiato Arti fotografiche e Scenografia
all'Accademia Albertina di Belle Arti. Quello della luce è un
tema che ha interessato Candiano fin dagli esordi, "da sempre
oggetto di dibattito metafisico, la luce ossida e segna la
materia in modo inequivocabile", ha spiegato alla preview della
mostra. Così come ha sempre interessato Giorgio Morandi. Del
resto Casa Morandi, con la iconica finestra affacciata sul
cortile interno, è un luogo dove la luce si deposita,
stratificandosi nel tempo, sospesa tra lo spazio e l'opera
d'arte.
"Angelo Candiano, con la sua indagine sulla 'fotosofia' - ha
spiegato Balbi - trasforma questo stesso principio in materia
viva, in immagini e superfici che non si limitano a registrare
la luce, ma la pensano, la costruiscono, la interrogano".
Candiano lavora "sulla luce" e "con la luce", non solo come
elemento fisico e scientifico, ma come processo concettuale che
si radica nella riflessione sulla temporalità e sulla memoria
della materia. I 14 lavori esposti, scelti tra i tanti
realizzati nell'arco di trent'anni, hanno il capostipite (ma lo
è dell'intero lavoro di Candiano) in Situazione, "un'opera del
1991 in carta fotografica per la cui realizzazione, lo confesso,
sono venuto a Bologna a guardare e studiare le nature morte di
Giorgio Morandi", ha aggiunto l'artista.
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