Alla vigilia del Festival di
Sanremo il Museo archeologico nazionale MarTa di Taranto decide
di sfruttare il trend del momento per iniziare sui propri canali
social un festival parallelo, quello di 'SanMarTa', che per una
settimana metterà insieme musica e archeologia, abbinando a sei
reperti archeologici una canzone cult delle precedenti edizioni
del festival ligure. La community del MarTa è chiamata a votare.
"Questa iniziativa - sottolinea la direttrice del museo, Stella
Falzone - nasce con l'obiettivo di far conoscere la nostra
collezione a un pubblico sempre più vasto, anche attraverso
l'associazione con le canzoni più celebri della storia del
Festival di Sanremo. Abbinare un reperto a una canzone, anche in
modo ironico, ci ricorda ciò che era popolare nel IV secolo a.C.
così come negli anni '50 del secolo scorso, o al giorno d'oggi,
abbattendo le barriere temporali tra presente e passato".
C'è il balsamario a colombina in vetro della prima metà del I
secolo d.C. accanto al brano reso celebre da Nilla Pizzi, ovvero
'Vola colomba', oppure la terracotta fittile degli inizi del III
secolo a.C. che raffigura una coppia distesa su una kline
nell'atto di abbracciarsi e baciarsi, abbinata ai '24mila baci'
del molleggiato Adriano Celentano. E', invece, la lekythos
sovradipinta del 350-325 a.C., con una misteriosa donna dal
volto coperto da un himation (mantello), a evocare il ritornello
che alla fine degli anni '60 conquistò gli italiani con 'Ma che
freddo fa' di Nada. La terracotta policroma della fine del IV
secolo o degli inizi III secolo a.C. ritrovata a Taranto nel
1959, che raffigura un attore comico con espressione ebbra, è
stata scelta per 'Felicità' di Albano e Romina. Il gioco
dell'ephedrismos, che prevedeva di portare il vincitore della
competizione sulle spalle, è la scena del gruppo fittile del II
secolo a.C. abbinato al brano 'Salirò' di Daniele Silvestri.
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