È dedicata al valore delle parole la
decima edizione del Festival della parola, in programma a Parma
dal 28 giugno al 3 luglio. Suono, denuncia, canto, lotta
all'omertà, dono, poesia, ricordo, inclusione, ricerca della
verità, megafono per la solidarietà, percorso di arricchimento,
arte e creatività: dopo le edizioni dedicate a Tenco (2018),
Gaber (2019), Fellini (2020), Dante (2021), Pasolini (2022),
quella del 2023 intende essere una vera e propria festa della
parola, esaltata, esplicata e declinata in alcune delle infinite
sfaccettature che la compongono.
Si parlerà di arte e integrazione, scienza e glass ceiling
(il fenomeno soffitto di cristallo che preclude alle donne
l'accesso alle posizioni apicali in ambito lavorativo, politico
e sociale), la legalità come seduzione in tre appuntamenti con
Takoua Ben Mohamed, Antonella Viola, Nicola Gratteri. In
cartellone anche due concerti-spettacolo per ritrovare i
messaggi di Anna Politkovskaja, la giornalista russa che nel
2006 pagò con la vita la propria ricerca di verità, libertà e
giustizia, e di Giorgio Gaber, nel ventesimo anniversario della
scomparsa. Lunedì 3 luglio si inaugurerà poi la mostra di
Lilybris, all'anagrafe Cecilia Roda, Il linguaggio della
semplicità, visitabile fino al 15 settembre al Club Pro Parma.
Il festival intende valorizzare anche nuove sinergie con
luoghi significativi della città, come l'Abbazia di Valserena e
Lostello della Cittadella, che vanno ad aggiungersi alle sedi
storiche della Pergola della Corale Verdi e del Pro Parma.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA